Il 52enne resta in carcere. L'avvocato: "Non lucido e fisicamente dimesso". A casa sua trovati altri coltelli e pistole scacciacani
Gianluca Soncin, fermato per l'omicidio di Pamela Genini, resta in carcere. Lo ha deciso il gip secondo cui il 52enne "ha premeditato almeno una settimana prima la spedizione nella casa della ex". Soncin "ha agito in modo lucido", portando con sé "due coltelli a serramanico": uno lo ha lasciato in macchina, l'altro è quello con cui ha ucciso la 29enne. Il giudice ha anche contestato l'aggravante della crudeltà: la donna "si è accorta che stava per morire e ha sofferto". Per il giudice l'uomo "non merita alcun tipo di umana comprensione". Durante l'udienza, l'omicida "si è avvalso della facoltà di non rispondere" come già aveva fatto subito dopo l'arresto in ospedale (dove è stato portato per essersi ferito con due fendenti). Secondo il suo avvocato d'ufficio, Simona Luceri, l'uomo "non è in condizioni lucidissime. Ha già provveduto a nominare un avvocato di fiducia con cui deciderà la strategia processuale". Nell'ordinanza con cui ha convalidato il carcere, il gip ha evidenziato che "il filo conduttore che ha spinto" il 52enne a uccidere è "quello del 'o con me o con nessun altro'". Venerdì l'autopsia.
Soncin, secondo il legale, è ora "fisicamente dimesso con questo vistoso cerotto sul collo. Non è ancora pienamente consapevole di quello che è successo. Non lucido e dimesso. È stato una notte in ospedale, è in isolamento da quando è stato dimesso, immagino che non sia ancora pienamente sul centro di quello che è successo".
Per il gip inoltre la "azione omicidiaria è stata determinata dalla volontà di costringere la donna a non interrompere la relazione con lui" e "una tal ragione è futile e bieca, non meritando alcun tipo di umana comprensione", scrive il giudice di Milano Tommaso Perna nell'ordinanza. C'è stata "una vera e propria spedizione dell'uomo a casa della donna, decisa almeno una settimana prima, se non prima ancora, quando si è munito del duplicato delle chiavi dell'abitazione della vittima".
Il 52enne ha colpito con ben 24 fendenti la 29enne, molti dei quali "non hanno attinto organi vitali, con la conseguenza che hanno determinato una sofferenza non trascurabile" alla ragazza, la quale "peraltro per un tempo" al momento "non quantificabile, ma sicuramente non istantaneo, ha acquisito consapevolezza dell'imminente fine". Si è resa conto che stava per morire da Soncin, l'uomo in cella a San Vittore, nei cui confronti il gip Tommaso Perna ha convalidato il fermo e disposto il carcere per omicidio pluriaggravato. Il particolare emerge dall'ordinanza nel punto in cui è stata riconosciuta la crudeltà.
Per il gip resta "l'amarezza di constatare" che, il 9 maggio, quando la polizia arrivò a casa di Pamela Genini dopo una "richiesta di aiuto" da parte sua, la 29enne "ha dipinto un quadro non sufficientemente allarmante della vicenda, limitandosi a invocare l'intervento delle forze dell'ordine in quanto il Soncin, da lei descritto agli agenti come un mero 'amico' che aveva un debito di denaro verso di lei, si era presentato presso la sua abitazione senza preavviso". Nel provvedimento il giudice ricostruisce, come era noto, che Genini "non ha mai denunciato". E poi spiega che, se "nella stragrande maggioranza dei casi la denuncia delle vittime di atti persecutori è la fonte primaria cui attingere per ricostruire i fatti", in questo caso, "in modo anomalo", la "voce della vittima è stata affidata all'ex compagno e adesso amico" che nel suo lungo verbale ha ricostruito passo passo "il contesto nel quale è maturato il folle gesto del 14 ottobre" e una relazione "che va ben oltre la tossicità, ma si tinteggia invece, dal principio, per la sua inaudita e nitida violenza".
Durante la perquisizione nella casa dell'uomo, a Cervia, gli investigatori hanno trovato altri coltelli a serramanico, e come quelli usati per uccidere Pamela, e quattro-cinque pistole scacciacani, oltre a chiavi sospette, sulle quali i pm stanno effettuando delle verifiche: potrebbero essere quelle dell'abitazione della vittima che il 52enne aveva fatto duplicare.