morti tre carabinieri

Esplosione nel Veronese, nei video delle bodycam la donna con la molotov | Il custode giudiziario del casolare: "Sotto le macerie potevo esserci io, me l'avevano giurata"

A innescare la miccia sarebbe stata Maria Grazia, provocando lo scoppio dell'edificio saturo di gas. Gli investigatori ipotizzano che abbia convinto i fratelli ad allontanarsi e che era disposta anche ad "immolarsi". Venerdì i funerali dei militari: presenti Mattarella e Meloni

16 Ott 2025 - 10:38

Emergono nuovi particolari nell'inchiesta sui tre fratelli Ramponi, responsabili dell'esplosione a Castel d'Azzano (Verona), in cui sono morti tre carabinieri dei reparti speciali. A innescare la miccia sarebbe stata Maria Grazia. Dalle immagini registrate dalle bodycam dei militari impegnati nel blitz, si vede nettamente la donna mentre impugna una molotov, dà fuoco alla miccia con un accendino, provocando l'esplosione dell'edificio saturo di gas.

Inoltre, come riporta Il Corriere della Sera, la donna urla anche frasi farneticanti e insulta quegli uomini che si avvicinano con la tuta nera rinforzata dal kevlar. I due fratelli, invece, avevano trovato rifugio in una sorta di cantina accanto alla cascina. Appena gli uomini dei reparti speciali sono giunti sull'uscio c'è stata l'esplosione che ha fatto crollare lo stabile e il pavimento del primo piano.

Lo scoppio, forte, è stato preceduto da un lungo sibilo tipico dello svuotamento delle bombole, mentre sull'entrata è stato sentito un odore inequivocabile. Sono partiti intonaci, tegole e detriti in ogni direzione, come proiettili, mentre le fiamme si propagavano dappertutto. Gli investigatori ipotizzano che fosse la donna il "capofamiglia" e che abbia convinto i fratelli ad allontanarsi confidando loro quello che stava mettendo in atto e che era disposta anche ad "immolarsi".

Maria Lusia Ramponi non è in pericolo di vita e un graduato dell'Arma presente al momento dello scoppio racconta: "È l'autrice della strage, eppure noi l'abbiamo salvata, portandola via da quelle macerie pericolanti". Uno dei due fratelli, Dino, è stato immobilizzato subito, mentre l'altro, Franco, è stato arrestato poco dopo nei campi. "Chi decide di buttare la bomba in uno stadio non vuole uccidere solo l'arbitro o l'allenatore, ma tutti. A Castel d'Azzano è successa la stessa cosa: poteva morire chiunque si trovasse nei pressi del casolare, compresi i vicini", afferma il procuratore Raffaele Tito.

Il custode giudiziario della casa: "Quelle molotov erano per me, me l'avevano giurata"

  "Quelle molotov erano per me, me l’avevano giurata, quando ho saputo che tre carabinieri erano rimasti uccisi ho pensato che sotto a quelle macerie avrei dovuto esserci io". Lo ha dichiarato al Corriere Veneto l’avvocato Piergiorgio Bonini, incaricato dal giudice del tribunale di Verona di occuparsi dei beni della famiglia Ramponi, che dovevano essere espropriati ai tre fratelli per ripianare i debiti contratti (una cifra che si aggira sui 200mila euro) dal 2014. "Penso a quei tre carabinieri, alle loro famiglie, questa vicenda mi ha segnato profondamente, martedì mattina sono andato all’alba a Castel d’Azzano, non potevo credere ai miei occhi", ha aggiunto.

Le denunce per le minacce subite e la perquisizione finita in tragedia

 Nel 2024 l’avvocato Bonini si è recato due volte nella casa dei Ramponi per entrare in possesso dell’immobile, ricevendo in entrambi i casi delle minacce. Il legale ha presentato due denunce a carico di Dino e Maria Luisa. "Fate venire avanti il curatore, ditegli che lo facciamo saltare in aria", "Chiamate Bonini, ci facciamo saltare in aria noi e gli facciamo fare una brutta fine", dicevano. Le indagini hanno portato all'attivazione dei droni che hanno sorvolato il casolare, "accorgendosi" dei molotov sui tetti. A quel punto, le forze dell'ordine hanno deciso di intervenire, perquisendo l'abitazione. I Ramponi, però, hanno trasformato le minacce in azioni facendo esplodere il casolare, causando la morte dei tre carabinieri.

Mattarella e Meloni presenti ai funerali di Stato dei tre carabinieri morti

 Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier Giorgia Meloni parteciperanno venerdì ai funerali di Stato dei tre carabinieri morti nell'esplosione. Le esequie saranno celebrate nell'Abbazia di Santa Giustina, in Prato della Valle a Padova.