La donna, che avrebbe aiutato l'uomo a ripulire la casa dal sangue dopo l'omicidio, è accusata di favoreggiamento. Oltre a lei, indagato anche un 26enne lombardo
© Ansa
Svolta nelle indagini sull'omicidio di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo uccisa nella notte tra l'11 e il 12 settembre a Palau, in Gallura, nella tenuta di Emanuele Ragnedda a Conca Entosa. La Procura di Tempio Pausania ha iscritto nel registro degli indagati Rosamaria Elvo, ristoratrice di San Pantaleo e compagna del reo confesso, con l'accusa di favoreggiamento. La donna l'avrebbe aiutato a cancellare le tracce del delitto ripulendo la casa dal sangue e accompagnandolo ad acquistare un nuovo divano per sostituire quello macchiato durante l'aggressione.
Oltre alla donna, è accusato di favoreggiamento anche un giovane lombardo di 26 anni. In un primo momento era stato indagato per occultamento di cadavere, ma poi è stato scagionato dall'accusa con la confessione di Ragnedda. Ora è stato invece iscritto nel registro dalla Procura di Tempio Pausania per favoreggiamento. Il coinvolgimento dei due sarebbe legato alla sparizione degli effetti personali della vittima, oltre che alle operazioni di pulizia della casa nella quale Ragnedda ha sparato a Cinzia.
I primi accertamenti medico-legali sul corpo hanno confermato la presenza di un foro sul volto compatibile con un colpo di pistola. È quanto emerso dalla Tac eseguita a Sassari dal medico legale Salvatore Lorenzoni, con la partecipazione del consulente tecnico Ernesto D'Aloja, incaricato dal difensore dell'imprenditore di Arzachena. Il colpo sarebbe stato esploso con una pistola semiautomatica Glock, regolarmente detenuta per uso sportivo e già sequestrata dai carabinieri.
Gli esami sul corpo proseguiranno mercoledì, mentre giovedì potrebbe essere fissata l'autopsia. Parallelamente gli investigatori effettueranno nuovi sopralluoghi nella tenuta per ricostruire le fasi successive al delitto. Intanto emergono ulteriori dettagli della confessione resa da Ragnedda, che il 24 settembre ha ammesso di aver ucciso la giovane donna.
Davanti ai magistrati, l'imprenditore ha sostenuto di essere stato aggredito con un coltello da Cinzia che, a suo dire, voleva tagliargli la lingua e di aver reagito sparando. In udienza Ragnedda avrebbe dichiarato: "Avrei potuto fare un'altra scelta, ma ho fatto quella sbagliata. Potevo scappare, ma non l'ho fatto". Al momento si trova nel carcere di Bancali, a Sassari, dove è sottoposto a sorveglianza speciale.