Milano, Alessia Pifferi condannata a 24 anni in Appello
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I giudici del processo di secondo grado hanno riconosciuto alla 40enne imputata di omicidio pluriaggravato le attenuanti generiche. Esclusa l'aggravante dei futili motivi
Alessia Pifferi è stata condannata a 24 anni dalla Corte d'Assise d'appello di Milano, nell'ambito del processo sulla morte per stenti della figlia Diana. La pena è stata ridotta rispetto al primo grado, in cui era stata condannata all'ergastolo. Il collegio presieduto dalla giudice Ivana Caputo, con a latere Franco Anelli, ha riconosciuto ad Alessia Pifferi le circostanze attenuanti generiche, ritenendole equivalenti all'unica aggravante residua, quella del vincolo di parentela. È stata invece esclusa l'aggravante dei futili motivi, mentre la premeditazione non era stata già riconosciuta in primo grado. La Corte ha inoltre eliminato la misura di sicurezza della libertà vigilata prevista al termine della pena e ha confermato l'obbligo per Pifferi di risarcire le spese processuali sostenute dalla madre e dalla sorella, costituite parti civili.
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Nel processo di primo grado, Alessia Pifferi era stata riconosciuta colpevole di omicidio volontario pluriaggravato e condannata all'ergastolo. I giudici avevano ritenuto provato che la donna avesse lasciato intenzionalmente la figlia da sola per sei giorni consecutivi nel loro appartamento di via Parea, nel quartiere Ponte Lambro di Milano. La piccola, di appena 18 mesi, era morta di fame e di sete. La Corte d'Assise di Milano aveva motivato la condanna sottolineando la "gravità estrema" della condotta e il comportamento "egoistico e privo di scrupoli" dell'imputata, che si era allontanata per trascorrere del tempo con il compagno.
Alla lettura del dispositivo, la sorella di Alessia, Viviana Pifferi, ha espresso amarezza: "Non è stata fatta giustizia, 24 anni per una bambina che non c'è più, lasciata morire di fame e di sete mentre la mamma andava a divertirsi". Diversa la posizione della difesa: "Le hanno riconosciute le attenuanti generiche, ma il reato resta lo stesso", ha dichiarato l'avvocata Alessia Pontenani, legale della donna. "Sono 24 anni che per me non sono neanche giustificati, ma è comunque un risultato soddisfacente", ha aggiunto. Presente in aula anche la madre dell'imputata, Maria Assandri, che al termine dell'udienza ha detto: "Sono mamma. È mia figlia pure lei. Non me la sento di commentare". Assandri e la figlia Viviana si sono costituite parti civili nel processo. Il loro legale, Emanuele De Mitri, ha commentato: "Dal nostro punto di vista, 24 anni sono pochi. L'unica cosa che posso affermare è che la Corte ha riconosciuto che si tratta di omicidio volontario. Sarei stato più dispiaciuto se avesse riconosciuto l'ipotesi colposa o se avesse derubricato".
Diana Pifferi, 18 mesi, era stata trovata senza vita il 20 luglio 2022 nel suo lettino, dopo che la madre l'aveva lasciata sola per sei giorni nell'abitazione di via Parea. L'autopsia aveva accertato che la bambina era morta per disidratazione e denutrizione. L'arresto di Alessia Pifferi aveva suscitato forte indignazione pubblica, portando all'apertura di un processo che, fin dalle prime udienze, aveva attirato l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica.