"Lei in quel momento ha preso decisioni belle, toste e anche studiate", ribadisce durante il collegamento telefonico con "Morning News"
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"Non abbiamo lasciato Diana in mano a un'incapace". È l'interpretazione che la sorella di Alessia Pifferi, Viviana, attribuisce alla sentenza della perizia disposta nel processo di secondo grado a carico della donna, condannata all'ergastolo per omicidio volontario aggravato in primo grado dopo aver lasciato morire di stenti la figlia Diana. "Lei era una donna di 40 anni e non un'incapace abbandonata", afferma Viviana durante il collegamento telefonico con "Morning News", in cui racconta come la sorella avesse creato, attraverso bugie, "un mondo bellissimo in cui la bambina era la sua vita".
"È chiaramente scritto che questi deficit cognitivi non possono aver portato a un'incapacità e che in quel momento lei era totalmente capace di intendere e di volere", esordisce Viviana Pifferi a "Morning News", spiegando come quanto riscontrato non possa portare delle attenuanti per la morte della piccola Diana che all'epoca dei fatti, nel luglio 2022, aveva solo diciotto mesi. "Il fatto che una persona abbia dei deficit cognitivi non porta all'incapacità di intendere e di volere, perché lei in quel momento ha preso decisioni belle, toste e anche studiate", ribadisce.
"A livello pratico, ritenevo che fosse da considerare che lei non aveva un marito, non lavorava e non aveva un reddito. D'altro canto però ci sono un sacco di persone senza marito e senza lavoro che comunque pensano ai loro bambini, li crescono e sicuramente non li lasciano a casa a morire di fame e di sete - Prosegue Viviana, la quale ha confermato di non aver colto nessun segnale che potesse far presagire a una simile tragedia -. Questa cosa era impensabile, altrimenti Diana sarebbe venuta via da lei. Non abbiamo lasciato Diana in mano a un'incapace.
Quindi prosegue: "Lei è stata bugiarda, ha creato un mondo bellissimo dove la bambina era la sua vita e a noi e a tantissima altra gente ha fatto credere questo, riempiendoci di bugie. Come facevamo ad aspettarci una cosa del genere?".
"La sentenza della perizia non è una rivincita perché nessuno sta vincendo in questo processo. C'è una bambina che non c'è più e una sorella in galera, perciò la nostra famiglia è comunque devastata. Questo per noi può essere solo il modo concreto di dire che non abbiamo lasciato una bambina nelle mani di un'incapace volendo, perché è assurda questa cosa che ci siamo sentiti dire per tre anni. Lei era una donna di 40 anni e non un'incapace abbandonata".
E di fronte all'ipotesi di un riavvicinamento con Alessia, Viviana è categorica: "Io non provo nessuna compassione per lei, anzi rabbia. Perché lei sapeva benissimo di avere una famiglia che la aiutava e invece ci sta anche accusando. Perciò le cose stanno peggiorando, non migliorando".