Chat canta

Ora anche i messaggi su WhatsApp valgono come accordi pre-matrimoniali

Una sentenza del Tribunale di Catanzaro apre alla svolta: in caso di matrimonio finito, le chat con l'ex possono avere valore legale su temi come l'assegno di mantenimento o la spartizione del conto corrente 

03 Set 2025 - 09:16
  © Ansa

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Spesso e volentieri non ci si rende conto del peso delle parole che scriviamo, anche nelle proprie chat private. Le app di messaggistica più popolari, d'altra parte, con il loro design user-friendly e la crittografia end-to-end sono create per dare quantomeno l'illusione che tutto quello che diremo in quello spazio non uscirà mai fuori. Questa convinzione a volte spinge gli utenti a esprimersi con leggerezza, anche quando in ballo ci sono questioni sensibili. Una sentenza del Tribunale di Catanzaro in questo senso potrebbe fare ora tuttavia storia, equiparando gli screenshot delle conversazioni WhatsApp a dei contratti pre (o post) matrimoniali.

La chat come un contratto a  latere

  "Carta canta", anzi "chat canta", almeno quando bisogna accordarsi tra ex su temi come l'assegno di mantenimento, la spartizione del conto corrente bancario o il possesso del tetto coniugale. Nella sopracitata pronuncia del Tribunale  si riconosce infatti alla conversazione virtuale la stessa dignità di un cosiddetto contratto "a latere", vale a dire uno di quelli stipulati al di fuori delle procedure ufficiali di separazione o divorzio e che possono essere ritenuti validi anche senza l'omologa di un giudice.

La sentenza di Catanzaro

  Nel caso specifico da cui è scaturita la sentenza, la conversazione aveva partorito un accordo dai contorni piuttosto chiari tra i due ex coniugi: il marito si impegnava al pagamento delle rate del mutuo dell'abitazione mentre la moglie rinunciava contestualmente all'assegno di mantenimento. Lo scambio di messaggi è stato riconosciuto dalla legge alla pari di un "principio di prova scritta", che aveva senso valutare in ragione dell'"impossibilità morale" di formalizzare l'accordo su un documento cartaceo causa rapporti tesi tra le parti. Risultato concreto: in virtù di questa conversazione virtuale la sentenza ha revocato un decreto ingiuntivo da quasi 21mila euro in base al quale la donna  era tenuta a rimborsare l'ex marito della metà delle rate del mutuo.

La pronuncia precedente del Tribunale di Padova

  Al netto del caso specifico, quanto deciso dai giudici catanzaresi potrebbe portare alla nascita di una zona grigia dai confini poco definiti, in cui potenzialmente ogni conversazione privata potrebbe assumere validità legale se debitamente "screenshottata". Va tuttavia chiarito che la recente sentenza non è un caso isolato ma si muove nel solco di altre pronunce simili, come quella precedente del Tribunale di Padova. In quel caso a sparigliare le carte c'era stato un fitto scambio di mail tra due ex coniugi che era terminato con un accordo, perlomeno virtuale, tra le parti a seguito della vendita di un'abitazione. "Il tenore della comunicazione appare inequivoco e coerente", aveva decretato in quel caso il giudice, riconoscendo quindi la validità del patto stipulato informalmente per via telematica.

Il ruolo dei figli in questi contenziosi

 Per completezza è bene tenere presente che quanto scritto sulla validità legale dei messaggi viene a cadere quando l'oggetto del contendere è qualcosa di più delicato di un mutuo, come tutti quegli aspetti che possano includere la custodia o il mantenimento dei figli. Non siamo insomma ancora al punto in cui assisteremo a remake di Kramer contro Kramer in cui si battaglia sul destino di innocenti bambini a colpi di emoticon. Va comunque evidenziato tuttavia che queste recenti sentenze fotografano un quadro in costante e rapida evoluzione, in cui (è successo nel caso di Catanzaro) i figli possono essere chiamati anche a testimoniare. 

Accordi economici prematrimoniali, un panorama in evoluzione

  In generale poi, di recente, la Cassazione ha definitivamente sfatato un tabù giuridico che per anni era sembrato quasi inscalfibile, quello degli accordi economici prematrimoniali. È ormai caduta la vecchia concezione secondo cui i diritti e i doveri nascenti dal vincolo coniugale non fossero negoziabili privatamente nel nostro Paese. La sentenza pubblicata lo scorso 21 luglio ha provocato un vero e proprio terremoto giuridico, legittimando definitivamente gli accordi e portando poi alla successiva valutazione di casi specifici che fanno scuola, come quelli di Catanzaro o Padova, dove il patto viene siglato magari in spazi concepiti per loro natura come informali.

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