La svolta

Patti prematrimoniali, arriva l'apertura della Cassazione

La Corte Suprema ha ritenuto lecito un accordo intercorso tra marito e moglie mantovani che si erano separati nel 2019

12 Ago 2025 - 17:57

La Corte di Cassazione apre agli accordi prematrimoniali: con una ordinanza che riporta la data del 21 luglio, i giudici hanno ritenuto lecito un accordo intercorso tra marito e moglie in caso di separazione. Lo anticipano Il Sole 24 Ore e Il Messaggero. Per il quotidiano economico-finanziario "resta il divieto di fare patti su assegno e contribuzione ai bisogni della famiglia. Il giornale di Roma parla di "sentenza storica" che "supera un antico tabù".

Con l'ordinanza 20415 la Cassazione ha giudicato lecito l'accordo tra coniugi con il quale, in caso di separazione, il marito si impegna a restituire alla moglie il denaro speso da lei per pagare le spese di ristrutturazione della casa di proprietà dell'uomo. La separazione non è interpretata dalla Cassazione come causa dell'accordo ma come accadimento dal quale dipende l'efficacia delle pattuizioni stabilite dai coniugi.

Il verdetto riguarda una coppia mantovana

 Il verdetto riguarda una coppia mantovana che si era separata nel 2019. I due avevano firmato una scrittura privata con la quale, in caso di fine del matrimonio, lui si impegnava a restituirle 146.400 euro, comprensivi del mutuo e delle spese per gli arredi ai quali lei aveva contribuito nonostante la casa fosse intestata solo al marito. Lei dal canto suo rinunciava ad alcuni beni: gli arredi della casa e una imbarcazione.

"Possibile cambio di rotta nella disciplina dei rapporti familiari"

 "La recente pronuncia della Corte di Cassazione, favorevole a un'apertura verso i patti prematrimoniali, segna un possibile cambio di rotta nella disciplina dei rapporti familiari", commenta Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari. "Il matrimonio, in termini tecnici, è un negozio giuridico, ossia un atto di volontà di due soggetti dal quale derivano effetti giuridici. Non è, però, un contratto in senso proprio - sottolinea Bordignon secondo quanto detto all'agenzia dei vescovi -. I contratti rappresentano una specie del più ampio genus 'negozio giuridico' e sono strutturati per soddisfare interessi reciproci, mediante un equilibrio tra prestazioni e controprestazioni. Il matrimonio, al contrario, non nasce per realizzare un interesse patrimoniale, ma per fondare una comunione di vita, basata sul dono di sé all'altro coniuge".

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