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Youtuber, la stretta del governo: fino a 5 anni per l'istigazione sul Web

Esecutivo al lavoro per la creazione di un reato ad hoc: il "contenitore" adatto per un provvedimento di questo tipo sarebbe il disegno di legge "anti-baby gang" voluto dalla Lega di Salvini

Fotogallery - Il padre dello youtuber in Ferrari senza cintura

Il governo Meloni è al lavoro per una "stretta sugli youtuber" con l'obiettivo di evitare il ripetersi di tragedie come quella dell'incidente a Casal Palocco.

Si tratterebbe della creazione di un nuovo reato ad hoc per punire chi, maggiorenne o meno, "esalta condotte illegali" o "istiga alla violenza" postando dei video sui social e guadagnando attraverso le piattaforme digitali con pene fino a 5 anni di carcere. Il "contenitore" adatto per un provvedimento di questo tipo del resto esiste già ed è il disegno di legge "anti-baby gang" voluto fortemente dalla Lega di Matteo Salvini.

La normativa "anti baby gang"

 Come riportato da Il Messaggero, la normativa "anti baby gang" è stata da poco incardinata in Commissione Giustizia al Senato e, nelle intenzioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, è destinato a essere parte integrante della "Fase 2" della sua riforma che potrebbe vedere la luce entro la fine del 2023. Come spiegato dal sottosegretario leghista Andrea Ostellari, "il contrasto alla produzione e diffusione di video che esaltino condotte illegali è uno dei punti qualificanti" del disegno di legge. Il testo è stato cioè pensato per rispondere "a un fenomeno emergente" che riguarda minorenni che istigano alla violenza o a commettere reati attraverso i canali digitali.

Giro di vite contro l'istigazione sul Web

 E dopo i tragici fatti di Casal Palocco e le sfide estreme postate sul Web per ottenere dei "like" in più senza pensare ai rischi, ora l'esecutivo lavora sull'estensione della fattispecie di reato prevista per i minori nel ddl a "tutte le condotte illegali che vengano riprese e celebrate attraverso l'uso dei social, benché compiute da persone adulte, da cui ci si aspetterebbe una maturità che evidentemente non è scontata". E' quindi probabile un nuovo giro di vite che modificherebbe l'articolo 414 del codice penale prevedendo una nuova fattispecie di reato. E cioè quello relativo all'istigazione a delinquere e all'apologia mediante strumenti digitali, per cui sarebbero previste pene da uno a cinque anni per tutti, sia per maggiorenni sia per minorenni. "La ratio dell'intervento - precisa Ostellari - è evitare l'effetto moda generato da chi compie bravate sul Web".

Rischio emulazione

 Il fenomeno dell'emulazione di comportamenti illegali o pericolosi appare in forte crescita. Stando a uno studio dell'Iss tra gli studenti di età tra gli 11 e i 17 anni il 6,1% dei ragazzi hanno partecipato almeno una volta nella vita a una sfida social pericolosa.

"Situazione molto allarmante"

 E' stata inoltre presentata alla Camera anche una proposta legislativa del gruppo parlamentare di Azione-Italia Viva con cui, in sintesi, si punta a regolare sul serio l'accesso a Facebook, Instagram, TikTok e piattaforme varie, a chi ha meno di 13 anni e di permetterlo solo col consenso dei genitori per chi ha tra i 13 e i 15 anni. La proposta, ha spiegato il leader di Azione Carlo Calenda, nasce dal fatto che "la situazione è molto allarmante. Le famiglie - ha sottolineato - sono lasciate sole in una condizione in cui di fatto c'è un far west. L'81% degli adolescenti è su Instagram, l'iscrizione ai social comincia dai 11 anni, oltre la metà dei giovani utilizza lo smartphone per più di 3 ore al giorno. E gli effetti sono lo sviluppo della dipendenza, la depressione, la crescita dei disturbi dell'alimentazione e del sonno, il cyberbullismo. Una normativa ci sarebbe già: in Italia si potrebbe eccedere ai social solo dai 14 anni in poi. Ma non c'è nessun tipo di controllo".

La stretta in Francia

 All'estero, altri Paesi sono già intervenuti sulla questione. In Francia, ad esempio, una legge approvata a marzo "vieta l'utilizzo dei social ai minori di 15 anni senza il consenso dei genitori, obbliga controlli più severi sull'età degli utenti da parte dei social media e prevede pesanti sanzioni per le violazioni in capo ai social media (fino a 1% del fatturato)". 

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