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Social challenge, sei minori su 100 hanno partecipato a una sfida online pericolosa

Secondo i dati Iss, circa 243mila studenti di età tra gli 11 e i 17 anni ha preso parte a questo fenomeno che nell'ultimo caso ha portato alla morte di un bimbo a Roma a seguito di un incidente tra un Suv Lamborghini e una Smart

Social challenge, sei minori su 100 hanno partecipato a una sfida online pericolosa - foto 1
Tgcom24

"Skullbreaker challenge", la "Knock out challenge", la "Balconing challenge" e tante altre.

Tra gli studenti italiani tra gli 11 e i 17 anni il 6,1%, in tutto, circa 243mila, ha partecipato almeno una volta nella vita a una di queste sfide social pericolose, come quella che ha portato all'incidente a Casal Palocco a Roma e alla morte di un bambino. I dati sulle social challenge fanno parte di uno studio epidemiologico nell'ambito del progetto dipendenze comportamentali nella generazione Z, realizzato dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) con il supporto del Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ai ragazzi è stato chiesto se avessero mai partecipato a sfide social pericolose. Ecco le risposte.

 

Social challenge e generazione Z

 Per lo studio dell'Iss sono stati intervistati nell'autunno del 2022 più di 8.700 studenti tra gli 11 e i 17 anni, 3.600 circa delle scuole secondarie di primo grado e 5.100 circa delle secondarie di secondo grado, su tutto il territorio nazionale, selezionati in modo da avere un campione rappresentativo della popolazione. Nel questionario sono state specificate a titolo di esempio alcune sfide social pericolose quali la "Skullbreaker challenge", la "Knock out challenge", la "Balconing challenge".

 

 

A conferma di quanto emerso dalla letteratura scientifica di riferimento, secondo l'Iss, le social challenge riguardano i maschi e le fasce d'età più giovani. Andando a focalizzare l'attenzione sulla fascia di età 11-13 e 14-17 anni si osserva, infatti, che è un fenomeno più diffuso tra i più piccoli: tra gli studenti 11-13 anni la prevalenza è 7,6% (129.310 giovanissimi) e tra gli studenti 14-17 anni è 5% (pari a 113.849).

 

 

La prevalenza tra i maschi 11-13 anni è poi 10% (pari a 87.802 studenti), tra i maschi 14-17 anni è 6,1% (pari a 71.544), a seguire le femmine 11-13 anni (5,3% pari a 43.923 studentesse) e le femmine 14-17 anni (3,3% pari a 37.049 studentesse).

 

Confrontando le età, la prevalenza passa dall'8% tra gli studenti di 11 anni al 4,3% tra gli studenti di 17 anni.

 

 

L'indagine - realizzata con Explora Ricerca e Analisi Statistica - ha focalizzato l'attenzione anche sulle caratteristiche dei ragazzi con un profilo di rischio (tratti di personalità; dimensione relazionale; contesto familiare, scolastico e sociale; qualità del sonno) e comportamenti legati all'utilizzo di internet, quali social challenges (le sfide social), doxing (pratica di cercare e diffondere pubblicamente online informazioni personali e private o altri dati riguardanti una persona di solito con intento malevolo), sexting (l'invio di messaggi, testi, video e/o immagini sessualmente espliciti tramite cellulare e internet)e morphing (la deformazione delle immagini).

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