13 ore di intervento

Torino, mamma salva la figlia di sei mesi con un trapianto: "Ora ha il mio fegato ed è tornata a giocare"

La neonata era affetta da una rara malformazione. L'intervento è durato 13 ore

29 Giu 2025 - 17:26
 © Ufficio stampa

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"Stiamo bene sia io che la bimba. Io patisco un pò il postoperatorio, forse per il rilascio della tensione accumulata. La bimba è addirittura più in forma: dopo tre giorni dal trapianto l'ho vista giocare con una pallina, in mezzo ai tubicini. È forte, ha avuto una ripresa pazzesca". A dirlo è la mamma di 32 anni che ha donato alla propria piccola di meno di 6 mesi un pezzo di fegato, salvandola da morte certa. L'intervento è stato eseguito al centro trapianto di fegato delle Molinette di Torino e la donna è a casa da qualche giorno, mentre la figlia sarà ancora per circa una settimana all'infantile Regina Margherita.

Il racconto della mamma

"Il mio coraggio nell'affrontare tutto questo - spiega la 32enne - arriva dal fatto che sono sostenuta da una famiglia eccezionale, mio marito in primis, e dai genitori, i miei e i suoi. Sapere di poter contare su di loro nel postoperatorio è stato fondamentale. Adesso stanno andando soprattutto loro dalla bimba e io cerco di rimettermi in forma. Mio marito è stato la nostra colonna. È estremamente sensibile, ha patito molto e ha convertito queste emozioni in coraggio e speranza. Mi ha colpito tanto per la forza d'animo e questo mi ha unita ancora di più a lui".

"Siamo supercontenti - dice il papà -. Ci sembra un miracolo: ci avevano dato qualche settimana di vita, invece adesso sembra che nostra figlia possa avere tutta la vita davanti, come gli altri bimbi. Vorrei che la nostra storia servisse a sensibilizzare sull'importanza di donare gli organi, perché non tutti i trapianti si possono fare da vivente. Adesso che ci siamo passati, l'abbiamo capito bene".

"Abbiamo trovato personale sanitario e un sistema sanitario eccellenti, medici e infermieri. Romagnoli è una persona eccezionale, oltre che un chirurgo di fama mondiale, e ha una grandissima équipe", hanno aggiunto insieme sul responsabile del Programma regionale trapianto fegato adulto e pediatrico, che ha operato.

"Mi ha dato una forza pazzesca e un coraggio eccezionale - ha sottolineato la mamma -. Ha un'umanità incredibile, che riesce a trasmettere, e l'umanità distingue anche gli altri medici che ci hanno seguite: Pier Luigi Calvo, che dirige la gastroenterologia pediatrica del Regina Margherita, Michele Pinon, Davide Cussa, così dolce con la mia bambina, e Anna Opramolla, tanto delicata quando mi ha informata del problema".

Guardando indietro, "ringrazio di avere vissuto cinque mesi pensando che la bimba stesse benissimo. L'ho allattata giorno e notte, l'ho portata nei parchi, non aveva sintomi - ricorda la madre -. La malformazione biliare è emersa dopo gli esami del sangue per l'ittero persistente. Lì ci è stato consigliato l'ospedale. Così siamo state ricoverate solo un mese e mezzo e il papà è sempre venuto a farla giocare, non è mai stata sola".

Il trapianto che ha salvato la vita alla neonata

 La bimba, affetta da una rara malformazione delle vie biliari, è stata salvata grazie al trapianto di una parte di fegato donato dalla madre e all'autotrapianto della vena porta, il tronco venoso che raccoglie il sangue dall'apparato digerente e lo trasporta al fegato, rimpiazzata dalla vena giugulare prelevata dal collo della bimba stessa. L'eccezionale doppio trapianto da vivente, durato tredici ore, è stato eseguito "per la prima volta", sostiene la Città della Salute e della Scienza di Torino, dall'équipe del professor Renato Romagnoli. La mamma è stata dimessa dopo sei giorni e la ripresa funzionale del fegato trapiantato nella bimba viene definita "ottimale" dai sanitari, al punto che ha già iniziato la fase di riabilitazione nutrizionale.

 

Nata a fine dicembre scorso, ad aprile la neonata era arrivata al Pronto soccorso dell'ospedale Infantile Regina Margherita di Torino in preda a uno scompenso epatico con un ittero severo e liquido nell'addome. Subito ricoverata e presa in carico dai gastroenterologi pediatrici diretti dal dottor Pierluigi Calvo, era apparsa fin da subito in condizioni cliniche talmente compromesse da non poter essere sottoposta ad alcun intervento chirurgico a scopo riparativo.

E' quindi stata inserita nella lista d'attesa per trapianto di fegato pediatrico ma, in assenza di offerte di organi, le condizioni del fegato si sono aggravate, con ricovero in ospedale per un'insufficienza epatica così grave da non lasciare più alcuna speranza di sopravvivenza anche a breve termine. È stato allora che la mamma 32enne ha proposto di donare parte del suo fegato per cercare di salvare la sua bimba.

Mamma e figlia sono state prese in carico dai professionisti delle Molinette di Torino. Portati a termine gli accertamenti di idoneità e ottenuta l'autorizzazione del Tribunale di Torino e del Centro Nazionale Trapianti di Roma attraverso il lavoro di coordinamento del Centro Regionale Trapianti (diretto dal dottor Federico Genzano), due settimane fa è stato effettuato l'intervento al Centro Trapianto Fegato delle Molinette di Torino.

Durante le 13 ore di sala operatoria, si sono avvicendati nei turni numerosi infermieri ed operatori socio-sanitari esperti nel trapianto di fegato, mentre i Laboratori analisi e la Banca del sangue si sono attivati a supporto delle necessità degli interventi in corso. Il decorso postoperatorio è stato regolare per entrambe le pazienti.
 

Le prossime tappe saranno un controllo martedì per la mamma e quelli periodici per la piccola dopo le dimissioni, oltre ai farmaci che dovrà assumere. "Capiremo - conclude la mamma - se sia possibile portarla qualche giorno in un luogo meno caldo".

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