L'imprenditore sul suo profilo Instagram ha negato quanto apparso sui giornali. E ora si prepara a muovere i propri legali
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La presunta estorsione ai danni di Raoul Bova si arricchisce di nuovi particolari. L'imprenditore Federico Monzino avrebbe riferito agli inquirenti di aver dato a Fabrizio Corona gli audio e le chat private tra l'attore e la modella Martina Ceretti in cambio di mille euro in contanti e il numero di un pusher. Questa versione è stata però decisamente negata, in una conversazione con La Repubblica, dallo stesso Monzino. Secondo il quotidiano ora i magistrati dovranno comunque verificare il ruolo di questo pusher e se dietro il pagamento di questi soldi ci possa essere dell'altro. Monzino ha comunque fatto una storia su Instagram per ribadire la sua smentita e annunciare querela.
A intervenire pubblicamente è stato anche Federico Monzino. In due storie instagram ha ribadito la propria posizione: "Smentisco categoricamente ogni asserzione che mi vedrebbe coinvolto in vicende illegali, inclusi il presunto ricevimento di mille euro e il contatto con un pusher fornito da Fabrizio Corona. Tali affermazioni sono completamente false e infondate". Monzino ha definito le notizie circolate come "basate sul falso" e ha annunciato l’intenzione di agire legalmente: "Sono costretto ad avviare tutte le azioni legali necessarie per tutelare i miei diritti. Ciò include, ma non si limita, a cause per diffamazione e danno alla reputazione". In un secondo messaggio ha aggiunto: "Poi sicuramente lo conoscono loro il contenuto delle mie dichiarazioni, giusto? Dichiarazioni coperte da segreto istruttorio! Ma finitela di costruire notizie sulla base di falsità".
Qualche settimana fa Raoul Bova avrebbe ricevuto un messaggio da un numero sconosciuto in cui si avvertiva l'attore che le chat private con Martina Ceretti sarebbero potute diventare di dominio pubblico. Bova non avrebbe risposto, decidendo di non sottostare al presunto ricatto. Giorni dopo le conversazione sono rese note.
La Procura di Roma ha aperto un'indagine per tentata estorsione nei confronti di ignoti. Nei giorni scorsi lo stesso Monzino, che ha specificato di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia e dunque di non essere formalmente indagato, è stato ascoltato come persona informata dei fatti mentre il suo telefonino è stato sequestrato, così come quello della 23enne modella, a cui Bova aveva mandato gli audio dai contenuti intimi. La influencer ha ammesso di aver inoltrato quei file al suo amico Monzino ma ha anche specificato agli investigatori di aver agito senza secondi fini e in buona fede.
Al vaglio degli investigatori c'è però anche la sua posizione e quella di Fabrizio Corona, nei confronti dei quali al momento non risultano comunque denunce.