Un luogo pensato per offrire supporto e vicinanza alle donne in gravidanza, "contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre all'interruzione della gravidanza"
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La Stanza dell'Ascolto creata all'ospedale Sant'Anna di Torino deve chiudere. La convenzione, voluta dalla Regione Piemonte, siglata tra la Città della Salute di Torino e l'associazione pro-vita che la sta gestendo da settembre del 2024, "è illegittima". A stabilirlo è il Tar del Piemonte con la sentenza pronunciata a seguito del ricorso presentato dalla Cgil Torino e Piemonte insieme all'associazione "Se non ora quando?".
La stanza dell'ascolto era stata aperta il 31 luglio 2023 all'ospedale Sant'Anna di Torino per offrire supporto concreto e vicinanza alle donne in gravidanza, "contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre all'interruzione della gravidanza".
"Esprimiamo soddisfazione per la decisione presa dai giudici amministrativi, che hanno ritenuto valide le ragioni che ci hanno portato a opporci al progetto anti-abortista della Regione Piemonte. Questa sentenza difende il diritto delle donne di decidere in libertà del proprio corpo, come sancito dalla legge 194 che regolamenta dal 1978 l'interruzione volontaria della gravidanza. Ringraziamo, per il lavoro svolto con dedizione e professionalità, gli avvocati Piero Nobile, Sofia Mercaldo, Vittorio Angiolini, Stefano Invernizzi , Corrado Guarnieri, Francesca Romana Guarnieri" affermano Elena Ferro, segretaria della Cgil Torino, Anna Poggio, segretaria della Cgil Piemonte e Laura Onofri, presidente dell'associazione "Se non ora quando?".
"Il Tar conferma che non si può dare spazio pubblico a chi professa contro le leggi dello Stato", sottolinea la capogruppo Avs in Regione, Alice Ravinale. "I movimenti antiabortisti devono stare fuori dalle istituzioni" perché "non si possono concedere spazi pubblici, per di più all'interno di un ospedale, ad associazioni che nel loro statuto hanno come mission il superamento della Legge 194".
"Il Tar del Piemonte - continua Ravinale - chiude a doppia mandata la vergognosa stanza del giudizio voluta dall'assessore Marrone e dalla giunta Cirio all'interno del Sant'Anna. La battaglia per il diritto all'aborto oggi fa un passo avanti fondamentale. Ora la Regione provveda immediatamente a dare corso a tale sentenza e ripristini una parvenza di stato di diritto all'interno del quale, fino a prova contraria, le donne - e solo esse - hanno il diritto di scegliere sui propri corpi".