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Scuola, Bianchi: "Sicuramente alla riapertura mancherà personale"

Il ministro dell'Istruzione: "Ricordo che anche in passato dopo il Natale si sono registrate molte malattie". Poi assicura: "Si riparte con regole chiare"

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Ansa

Il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha garantito che "la scuola è pronta a ripartire" il 10 gennaio con "regole chiare" stabilite dal governo.

"C'è sicuramente la possibilità che lunedì manchi del personale. Ricordo che anche in passato dopo il Natale si sono registrate molte malattie ma questa situazione si affronta insieme e con la volontà di tutti", ha detto.

"Siamo preoccupati ma con regole chiare" - Il ministro Bianchi, dopo le tante polemiche e discussioni tra chi voleva il ritorno in presenza e chi riteneva più opportuna, visti gli elevati contagi, la Dad, ha voluto ribadire che "la scuola è pronta. Sicuramente siamo preoccupati, come tutti, ma abbiamo approvato come governo, all'unanimità, regole chiare precise e puntuali anche per quelle situazioni che richiedono la didattica a distanza ma il principio base è che lunedì si torna a scuola".

 

Personale carente - A proposito del personale, Bianchi ha detto che sicuramente ci saranno assenze e carenze. "Noi abbiamo dato 400 milioni per rinnovare e potenziare il personale proprio per l'emergenza legata al Covid. Si tratta di 35mila docenti e di altrettanto personale tecnico in più", ha spiegato. 

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Scelta della Campania "sbagliata e illegittima" - "Noi riteniamo la scelta" della Campania "sbagliata e illegittima. I nostri tecnici stanno trovando il modo di impugnare questa norma", ha spiegato Bianchi, parlando dell'ordinanza sulla scuola del presidente campano Vincenzo De Luca che ha stabilito lo stop alle lezioni in presenza per infanzia, primaria e media fino al 29 gennaio.

 

 

 

Per il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, sarebbe stato "opportuno differire di 15 giorni la riapertura" mentre Michele Emiliano, presidente della Puglia, in un messaggio, inviato a un gruppo di genitori e diffuso sui social, afferma che "nessuno può essere obbligato a essere esposto al rischio di contagio se esiste un diritto, quello della didattica a distanza, che può ridurre questo rischio: è possibile per i genitori, qualora venga loro negata la Dad, impugnare il provvedimento al Tar". Nel messaggio Emiliano sottolinea che, in questo caso, si "potrebbe costituire a favore dei genitori davanti al Tribunale amministrativo".
 


Sul ritorno in classe restano critici dirigenti scolastici e medici per i quali si rischia il caos, con centinaia di alunni non presenti. Tra i prof e personale le assenze -secondo i presidi- potrebbero arrivare a quota 100mila (il 10% del comparto) senza contare lo zoccolo duro dei "No vax" che prima della stretta governativa sull'obbligo sfiorava le 40mila unità. 

 

Sulla stessa linea del governo, anche il capo della struttura emergenziale, Francesco Paolo Figliuolo, per il quale le lezioni in presenza sono un segnale "importante" e le aule "luoghi sicuri con mascherine e distanziamento". Per il generale la ricetta per scongiurare la Dad è il potenziamento nell'attività
di tracciamento e testing dei contatti all'interno delle strutture scolastiche.

 

 

I presidi nelle ultime ore hanno ricevuto circolari dalla Struttura e dal Miur in cui vengono definite le linee guida in tema di contagi e controlli. Lunedì entrano in vigore, infatti, le nuove regole sulla quarantena e con esso alcune novità sostanziali che riguardano anche il Green pass.

 

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