Nessuna attività di manipolazione, secondo il giudice, per aiutare la madre della piccola Diana a ottenere un "vizio parziale di mente"
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È stata assolta l'avvocata Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi e imputata nel filone su ipotesi di falso e favoreggiamento. Lo ha deciso il gup di Milano Roberto Crepaldi, che ha assolto anche tre ex psicologhe di San Vittore e lo psichiatra ed ex consulente della difesa Marco Garbarini. La tranche bis sul caso dell'omicidio della piccola Diana, lasciata in casa sola per sei giorni nel 2022 e per il quale la madre è stata condannata a 24 anni in appello, vedeva al centro, per l'accusa, una presunta attività di "manipolazione" per aiutare Pifferi a ottenere la perizia psichiatrica in primo grado e un ipotizzato tentativo di indirizzare l'esito dell'accertamento verso un "vizio parziale di mente".
Il gup del processo con rito abbreviato ha assolto gli imputati da tutte le accuse perché il fatto non sussiste e, in un caso, per particolare tenuità del fatto. Una sola psicologa è stata rinviata a giudizio per un solo capo d'imputazione "esterno" all'inchiesta Pifferi bis: secondo l'accusa si sarebbe fatta sostituire con false "credenziali" da una collega durante una serie di corsi su "piattaforma online" necessari per il conseguimento dei "crediti formativi obbligatorio" nei corsi di Educazione Continua in Medicina. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 30 giorni.
Il pm Francesco De Tommasi aveva chiesto una condanna a 4 anni per Pontenani e per una delle ex psicologhe di San Vittore, 3 anni e mezzo per lo psichiatra e consulente della difesa Garbarini e tre anni per altre due psicologhe. Per l'unica psicologa che non aveva scelto il rito abbreviato, il pm Tommasi aveva ribadito la richiesta di rinvio a giudizio. Pifferi, secondo il pm, è una "persona cattiva, insensibile, anaffettiva, cinica, bugiarda e menefreghista", che ha lasciato "consapevolmente morire la piccola Diana in un modo così orribile". E che poi "ha saputo 'obbedire'" alla "vera 'regista' dell'operazione" che "è diventata proprio" la sua avvocata, un'operazione che prevedeva di "farla passare per scema". Le perizie hanno poi accertato la sua piena capacità di intendere e volere.
"La cosa più grave di questa accusa - aveva spiegato l'avvocato Corrado Limentani, uno dei legali di Pontenani - è stata l'instaurazione di un procedimento parallelo, fondato sul nulla e senza alcun indizio su questi professionisti che hanno lavorato in scienza e coscienza, e che ha condizionato inevitabilmente il processo principale".
Questo procedimento aveva creato anche uno scontro tra Procura e avvocati, tanto che la Camera penale milanese aveva proclamato uno sciopero il 4 marzo 2024, per protestare contro i metodi della nuova indagine a carico del difensore di Pifferi, dopo le perquisizioni. Il pm, poi, aveva chiesto che il gup si astenesse dal giudicare, facendo riferimento a un comunicato della Giunta milanese dell'Anm sul caso. Il presidente del Tribunale Fabio Roia, però, aveva confermato il giudice. La pm Rosaria Stagnaro, inoltre, aveva rinunciato all'incarico nel processo dato che non era stata informata della nuova tranche di indagini dal collega. Per questo per il pm De Tommasi il Consiglio giudiziario milanese ha dato parere negativo al quinto scatto di anzianità di carriera, contestando mancanza di "equilibrio".