Il decesso della 23enne è avvenuto a Perugia nel settembre 2024, indagati per omicidio colposo tre sanitari. "Mia figlia era sana, chi ha sbagliato paghi", continua il genitore
"Mia figlia era sana, sempre sorridente, solare. Voglio giustizia: chi ha sbagliato, paghi". Ecco le parole che Vincenzo Pagliuca, il papà di Gaia, la 23enne morta il 29 settembre 2024 dopo essere stata sottoposta ad anestesia locale per curare un dente in uno studio dentistico di Assisi (Perugia), ha affidato all'avvocato Simone Moriconi. Il genitore interviene dopo che la relazione del medico legale incaricato dalla Procura di Perugia di eseguire l'autopsia - riportata da diversi media - ha attribuito il malore fatale della figlia a una tossicità sistemica dell'anestetico locale che le era stato somministrato.
Torna a ribadire, dunque, la richiesta "che siano fatte giustizia e chiarezza fino in fondo" sulla morte della figlia, il padre di Gaia. Il fascicolo nel quale si ipotizza l'omicidio colposo è ora al vaglio del pubblico ministero che ha indagato i tre dentisti presenti all'intervento, padre e due figlie. "Gaia era una ragazza solare - ha ribadito l'avvocato Moriconi -, era laureata con il massimo dei voti allo Ied (Istituto europeo di design) di Roma ed era impegnata in uno stage presso Bottega Veneta alla Rinascente nel centro di Roma, coronando così il suo sogno di lavorare nel campo della moda. Era tornata per un appuntamento allo studio dentistico che l'aveva in cura. L'esame autoptico ha rilevato una volta di più che Gaia stava bene - conducendo una vita esemplare e regolare (non fumava ed era astemia) -, fino a quando non le è stato somministrato l'anestetico".
"L'ho accompagnata io dal dentista, - ricorda il padre della 23enne a Il Corriere della Sera. - Mi sono accomodato in sala d'attesa: da lì sentivo che Gaia si lamentava, perché aveva dolore, forse perché c’erano problemi con l'anestesia. Dopo un'ora circa che ero lì, una delle assistenti è venuta a chiamarmi dicendomi di entrare con la massima urgenza nella stanza dove la stavano curando. Gaia si era già sentita male e quando sono entrato l’ho trovata priva di sensi, praticamente cianotica, in arresto cardiaco. Sono stati attimi interminabili: l'arrivo dell'ambulanza, l'elicottero, la corsa insieme a mio figlio con la macchina in ospedale. Un incubo. L'inizio di un incubo...".
"La mia vita, da quel giorno non esiste più. Per lei - continua - ero il suo Superpapà. Era molto piccola quando la madre è morta 10 anni fa. Ora sopravvivo per l'altro mio figlio, ma è come un galleggiamento a peso morto. Piango tutti i giorni, il dolore è indescrivibile, ti distrugge e ti devasta dentro. Non ho più voglia né desiderio di fare niente, mi resta solo tanta tristezza e un senso di vuoto incredibile, incolmabile".
Al vaglio del pubblico ministero - in base alla relazione del medico legale - ci sono una serie di concause che hanno portato alla morte della ragazza, tra le quali una somministrazione non corretta di anestesia, il successivo mancato uso del defibrillatore dopo il malore e, a monte, le mancate indicazioni sull'alimentazione da rispettare prima dell'intervento. Quadro che ora dovrà comporre il pm. Secondo il legale dei tre dentisti, l'avvocato Luca Maori, "alla paziente venne somministrato l'anestetico in quantità anche inferiore al limite previsto dal suo peso". "Produrremo una nostra relazione - ha aggiunto - certi di dimostrare la correttezza dell'operato dei tre dentisti".