Simona venne trovata sul fondo della piscina intorno alle 4 di notte. Fu uno dei festeggiati a tuffarsi in acqua con un amico per prenderla e portarla fuori dall'acqua
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Simona Cinà, la pallavolista annegata in piscina il 2 agosto a Bagheria (Palermo), aveva un tasso alcolemico alto nel sangue, ma non aveva assunto nessuna droga. E' quanto risulta dall'autopsia sul corpo della ventenne, morta durante una festa di laurea. Secondo gli esami tossicologici la giovane non aveva assunto sostanze stupefacenti, ma il test sull'alcol ha dato risultati oltre il limite. Simona era stata trovata sul fondo della piscina intorno alle 4 di notte. Al suo arrivo, il personale medico del 118 trovò la giovane già morta, mentre gli amici tentavano disperatamente di rianimarla.
Fu proprio uno dei festeggiati a tuffarsi in acqua con un amico per prenderla e portarla fuori dalla piscina. "Mi sorprende un po' di venire a conoscenza dei presunti risultati tossicologici da notizie di stampa senza che i risultati siano stati depositati", sottolinea l'avvocato Antonio Ingroia che, insieme al figlio Marco, rappresenta da pochi giorni la famiglia di Simona Cinà. "Chiederò alla Procura di conoscere gli esiti e vorrò capire come possano essere usciti prima del formale deposito da parte dei consulenti tecnici - aggiunge Ingroia -. Questo lo si deve per il massimo rispetto alla giovane Simona Cinà e alla sua famiglia".
Dopo il ritrovamento del cadavere la Procura di Termini Imerese aveva aperto un'inchiesta per omicidio colposo privilegiando però fin dall'inizio le ipotesi del malore e dell'incidente. Per avere un quadro ancora più completo bisognerà attendere i risultati di altri esami che potrebbero rivelare eventuali "malattie silenti" di cui Simona poteva non essere a conoscenza.