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Omicidio Denisa, 3 agenti indagati per l'aggressione in carcere al killer

La Procura: "Non assicurata la richiesta protezione nei confronti del detenuto". Operazione in carcere anche contro l'ingresso di droga e cellulari

28 Giu 2025 - 09:49
Vasile Frumuzache, accusato dell'omicidio di Denisa Maria Adas © Da video

Vasile Frumuzache, accusato dell'omicidio di Denisa Maria Adas © Da video

Tre agenti del carcere di Prato sono indagati per l'aggressione in carcere subita da Vasile Frumuzache, reo confesso dei due delitti di Ana Maria Andrei e Denisa Maria Adas. La Procura ipotizza nei loro confronti i reati di rifiuto di atti d'ufficio e di lesioni colpose. Secondo l'accusa, nonostante le direttive impartite dalla Procura e l'assicurazione che si era provveduto a garantire la sicurezza di Frumuzache, il 6 giugno un detenuto fu "lasciato del tutto libero di versargli un pentolino di olio bollente, intriso di un bicchiere di zucchero, sul volto e sugli arti" ustionandolo.

I tre agenti indagati sono un 24enne originario di Caserta, un 40enne di Belvedere Marittimo (Cosenza), un 45enne di Napoli. Secondo la Procura "È un dato di fatto che non si è riusciti ad assicurare il richiesto controllo e protezione nei confronti del Vasile Frumuzache, poche ore dopo il suo ingresso in carcere".

Operazione contro cellulari e droga ai detenuti

 Contestualmente all'indagine sui tre agenti, la Procura ha ordinato un'operazione nel carcere di Prato contro l'ingresso di telefoni cellulari e droga ai detenuti dei reparti Alta Sicurezza e Media Sicurezza, anche per reati mafiosi. L'inchiesta, secondo la Procura, ha fatto emergere forme corruttive per quattro agenti penitenziari e anomali contatti tra altri quattro agenti e addetti alle pulizie. Perquisiti 127 detenuti, di cui 27 sono indagati.

I telefonini e la droga entravano nel carcere in tanti modi diversi: attraverso i colloqui in plichi destinati ai detenuti, per posta, tramite personale in servizio nel carcere e gli stessi appartenenti alla polizia penitenziaria, alcuni ritenuti dalla procura a libro paga con compenso di alcune migliaia di euro. Inoltre, è successo che soggetti provenienti da Napoli hanno provveduto a lanciare palloni contenenti smartphone e cellulari, oppure usando fionde per superare il muro di cinta. I pacchetti erano recuperati dai detenuti o dai lavoranti che hanno maggiore libertà di spostamento nel carcere. Poi gli apparecchi venivano nascosti in doppifondi, nelle pentole, negli elettrodomestici, nei sanitari dei bagni, in buchi nei muri, sotto i wc, nello sportello di frigoriferi, in doppifondi nelle cartelline portadocumenti di plastica, nei piedi dei tavoli, addirittura, riferisce la nota degli inquirenti, sulla persona, nella cavità anale.

A parte i 27 detenuti indagati, per gli altri 100 reclusi perquisiti c'è l'ipotesi che abbiano beneficiato della disponibilità illegale di telefoni e droga. Inoltre tre appartenenti alla polizia penitenziaria, tra i 29 e i 32 anni, sono indiziati del reato di corruzione. Altre 10 perquisizioni, a nove indagati e un soggetto terzo, sono state fatte nelle province di Prato (due), Napoli (due), Arezzo, Roma, Firenze e Pistoia. Le schede telefoniche erano attivate con intestatari fittizi in negozi di telefonia di Roma e di Napoli. L'indagine è iniziata nel luglio 2024 ed ha portato finora al sequestro di 34 telefoni cellulari e due sim card.

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