Speciale Il delitto di Garlasco
IL RISCHIO DI UN DOPPIO ERRORE GIUDIZIARIO

Nordio torna sul caso Garlasco: "Estremamente difficile ricostruire la responsabilità di una persona dopo molti anni"

Il ministro: "Necessario rivedere un processo se emergono prove che dimostrano l'innocenza di un condannato". I legali di Sempio: "Ha ragione, prima di una nuova indagine provare l'innocenza di Stasi"

06 Nov 2025 - 23:08
 © Ansa

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è tornato a commentare il caso Garlasco definendo "estremamente difficile" ricostruire la responsabilità di una persona a distanza di molti anni dai fatti. Nordio ha richiamato l’importanza di riesaminare un processo quando emergono nuove prove che possano dimostrare l’innocenza di un condannato, sottolineando i rischi di un “doppio errore giudiziario” in assenza di certezze.

Nordio: "Ricostruire la verità dopo vent’anni è estremamente difficile"

 Nel suo intervento nel corso di una trasmissione televisiva, il ministro ha messo in guardia sulla complessità delle indagini tardive. "Ricostruire la responsabilità di una persona dopo venti o trent'anni è una cosa estremamente difficile – ha dichiarato –. Le prove chimiche o biologiche, come quelle del Dna, non sono di facilissima ricostruzione e rischiano di perdere valore nel tempo". Quindi ha ribadito che la revisione dei processi è un atto dovuto quando emergono elementi nuovi e determinanti. "Dal mio punto di vista è sempre necessario rivedere un processo dove c'è una persona condannata se emergono nuove prove che dimostrano la sua innocenza”, ha detto. 

"Non è mai abbastanza tardi per rimediare un errore giudiziario - ha spiegato Nordio -. Mentre per trovare un responsabile di un reato commesso molti anni addietro, le indagini sono molto difficili. E addirittura passato un certo periodo di tempo, bisogna anche rendersi conto che la giustizia non è più in grado di ricostruire la verità. In questo caso noi ci troviamo di fronte a una situazione paradossale. O è vera la prima indagine, e allora in questo secondo momento c'è una persona che sta subendo una indagine costosissima in termini umani, finanziari e di immagine che gli rovinerà la vita. Oppure è vera la seconda ipotesi e allora quel poveretto che è stato incarcerato per dieci anni - se fosse in ipotesi innocente - ha subito un'ingiustizia colossale".

La reazione degli avvocati di Andrea Sempio

 Dichiarazioni su cui concordano gli avvocati Liborio Cataliotti e Angela Taccia, difensori di Andrea Sempio, indagato per la morte di Chiara Poggi. "Come difensori di Andrea Sempio - scrivono in una nota - non solo per il debito rispetto che serbiamo nei confronti dell'istituzione che rappresenta, ma anche e soprattutto nel merito, condividiamo le dichiarazioni promananti dal ministro Nordio, che, pur senza entrare nel merito delle prove processuali, ha bene scisso i due piani: il giudicato formatosi a carico di Alberto Stasi e la nuova indagine. Solo una previa rivalutazione del primo, fondata su prove di innocenza, potrebbe anche razionalmente e non solo giuridicamente, giustificare una nuova indagine, vieppiù - concludono i due legali - in relazione a un reato che quel giudicato ha ritenuto mono soggettivo, cioè commesso da una sola persona".

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