Speciale Neonati sepolti a Traversetolo: i segreti di Chiara
il processo

Neonati sepolti a Traversetolo, il medico legale: "Improbabile che il primo sia nato morto"

Secondo l'esperto, infatti, si è trattata di una gestazione portata a termine in nove mesi e in questi casi un decesso "endouterino" è veramente raro. Il consulente psichiatrico della Procura: "Chiara non ha un disturbo documentabile, ragazza priva di emozioni"

03 Nov 2025 - 15:43

Dai resti scheletrici dei neonati sepolti a Traversetolo "una causa del decesso certa non la potremo dare mai". Ma secondo il medico legale Valentina Bugelli, consulente tecnico della Procura di Parma, è improbabile che il primo dei due figli di Chiara Petrolini fosse nato morto. Secondo il medico, si trattava infatti di un feto a termine, presumibilmente alla 40esima settimana di gestazione, e in queste condizioni una morte "endouterina" del feto è estremamente rara, nell'ordine di una probabilità su un milione.

Tutte le prove docimastiche (tra cui il test dei polmoni del piccolo, risultati dal colorito roseo, e la prova di galleggiamento in acqua), infatti, sono risultate positive, pertanto si può affermare che il neonato al momento del parto era vivo

Il secondo bambino ha compiuto più di un atto respiratorio

 Parlando del secondo bambino partorito, nonché il primo ritrovato, nell'agosto 2024, il medico legale ha spiegato che: "L'atto respiratorio l'ha compiuto e più di uno". La dottoressa ha stimato qualche minuto, 4/5 minuti o al massimo 7, il tempo in cui il neonato potrebbe essere rimasto in vita dopo il parto. "Di solito, il primo atto respiratorio è l'atto del vagito del bambino, quindi se non ci sono problemi fa l'atto respiratorio e piange - ha puntualizzato -. A volte, può succedere che faccia un atto respiratorio e non pianga. L'atto respiratorio l'ha compiuto e più di uno (in questo caso, ndr)".

Sempre secondo quanto riferito da Bugelli, il neonato sarebbe sopravvissuto pochi minuti dal momento del taglio del cordone. Nel corso dell'udienza, è emersa anche la causa del decesso dello stesso neonato, attribuita probabilmente a uno choc emorragico acuto, identificato nel taglio del cordone, con un oggetto tagliente, e a un'emorragia acuta.

Il consulente della Procura: "Chiara non ha nessun disturbo psichiatrico"

 Durante il processo è stato sentito anche il consulente psichiatrico nominato dalla Procura di Parma, Mario Amore, secondo cui "Chiara Petrolini non ha un disturbo psichiatrico chiaramente documentabile, non ci sono malattie mentali chiare organicamente definite". Lo psichiatra ha aggiunto che la 22enne "non ha un disturbo di personalità". La Petrolini, ha spiegato che al momento dei fatti "ha avuto piena capacità di intendere e di volere", e "buona capacità di stare in giudizio". Sul tema è in corso una perizia.

"All'esterno un modellino, dentro priva di emozioni"

 Il consulente ha poi aggiunto che "vista dall'esterno" la 22enne "è un modellino", come baby sitter, ma anche come catechista. "Formalmente ineccepibile", "iperadattata". Ma anche una ragazza con "povertà interiore ed emotiva". In lei "non c'è nulla di vivo", le uniche cose "vive" in Chiara sono risultate essere "il rapporto con la nonna" e poi "le gravidanze, in cui il mondo di Chiara è cambiato", ha detto il testimone. Poi ci sono i rapporti con le altre persone caratterizzati da poca comunicazione, come con l'ex fidanzato Samuel Granelli, padre dei due bambini morti appena partoriti, o con la madre. "Abbiamo avuto modo di conoscere papà e mamma e non abbiamo trovato elementi disfunzionali", ha osservato lo psichiatra. Che ha parlato di una famiglia "normale, con papà e mamma molto impegnati nel lavoro. Chiara è stata una bambina voluta, così come il fratellino". L'esperto ha quindi ricapitolato parlando di un "iperadattamento al mondo esterno a sacrificio di una povertà sul piano emotivo".

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