A "Quarto Grado"

Garlasco, l'intonaco dell'impronta 33 "consumato"

L'indiscrezione sul reperto che la Procura di Pavia ha attribuito ad Andrea Sempio

13 Giu 2025 - 23:13
 © Da video

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Sarebbe "consumato" l'intonaco su cui compare l'impronta 33 nelle indagini relative al delitto di Garlasco. Secondo l'indiscrezione rilanciata dall'inviato di "Quarto Grado" Gianmarco Menga, a consumare interamente la porzione di muro che conduce alla taverna della villa dove venne uccisa Chiara Poggi sarebbero state le analisi effettuate dopo l'omicidio, avvenuto la mattina del 13 agosto 2007.

Inizialmente gli inquirenti hanno lavorato solo sulla prima parte dell'intonaco cercando di accantonare l'altra. Una scelta ribaltata dopo che gli esiti dubbi delle primi analisi hanno aperto la strada alla lavorazione completa del reperto. Se venisse accertato lo stato degradato dell'intonaco, le nuove indagini potrebbero basarsi solo sulle fotografie dell'impronta che la Procura di Pavia ha attribuito ad Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso.

L'impronta 33 non fa parte dei reperti che verranno analizzati nell'incidente probatorio previsto il 17 giugno. I periti hanno ritirato le buste con dentro le fascette para-adesive relative a 58 impronte, inclusa la numero "10" trovata nella parte interna della porta d'ingresso della villetta e ritenuta dagli inquirenti una manata dell'assassino in fuga. All'epoca erano stati individuati solo 8 punti da comparare, troppo pochi per attribuirli ad un singolo soggetto. Tra gli altri reperti che saranno oggetto degli accertamenti irripetibili rientrano anche un frammento del tappetino del bagno, alcuni rifiuti e tamponi salivari di Chiara, elementi sui quali andrà verificato preliminarmente lo stato di conservazione. 

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