Laser scanner, droni e tecniche 3D per reinterpretare dinamica e tracce nella villetta. Focus sull’impronta attribuita ad Andrea Sempio e su nuove ipotesi investigative
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Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, la villetta di via Pascoli a Garlasco torna al centro dell’attenzione investigativa. I carabinieri del Ris hanno utilizzato le più avanzate tecnologie forensi – laser scanner, droni, fotogrammetria – per ricostruire in 3D la scena del crimine. Obiettivo: analizzare con precisione millimetrica le tracce di sangue e le impronte, in particolare la controversa "impronta 33" attribuita ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia.
La Bloodstain Pattern Analysis (BPA) è una tecnica di indagine scientifica che studia la forma, la dimensione, la posizione e la distribuzione delle macchie di sangue. Questa disciplina consente di ricostruire i movimenti e le azioni avvenute durante un crimine, ipotizzando ad esempio posizione dell'aggressore, della vittima, e sequenza degli eventi. Nella casa di Garlasco, i Ris hanno applicato il metodo della triangolazione sulle tracce ematiche repertate nel 2007, creando un modello tridimensionale ad alta precisione per reinterpretare la scena del delitto.
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I carabinieri del Ris di Cagliari, supportati dal Nucleo investigativo di Milano, hanno lavorato per ore nell'abitazione dove fu uccisa Chiara Poggi. Ogni dettaglio è stato esaminato: pavimento, pareti, scale, fino al punto dove fu ritrovato il corpo. Le nuove tecnologie permettono ora di rilevare la distanza tra ogni traccia con precisione millimetrica. L'intervento si è concluso con la creazione di una mappa digitale in 3D che servirà a riesaminare la dinamica omicidiaria.
Durante i rilievi erano presenti i genitori della vittima, Giuseppe Poggi e Rita Preda, che abitano ancora nella casa, oltre all’avvocata Angela Taccia – legale, insieme a Massimo Lovati, di Andrea Sempio – e al consulente della famiglia Poggi, Davide Radaelli. Il decreto d’ispezione, firmato dai pm Napoleone, Civardi, De Stefano e Rizza, prevedeva misurazioni tecniche e rilievi fotografici accurati. Il provvedimento è stato notificato ai legali di Sempio solo 24 ore prima dell'intervento, suscitando malumori da parte della famiglia Poggi.
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Tra gli elementi chiave rientra la cosiddetta impronta 33 (il cui reperto pare però essere andato distrutto), una traccia papillare priva di sangue rinvenuta sulla parete della scala. Attribuita ad Andrea Sempio, si affianca alla scoperta di due profili maschili sotto le unghie della vittima, lasciando aperta l'ipotesi di più soggetti coinvolti. La Procura di Pavia ha chiesto ulteriori verifiche per stabilire compatibilità tra le vecchie prove e i nuovi dati digitali, anche in confronto con quanto già emerso nei processi a carico di Alberto Stasi, condannato a 16 anni.
Chiara Poggi sarebbe stata colpita in due fasi distinte: prima all’ingresso e in soggiorno, poi trascinata e colpita nuovamente nei pressi del corridoio. Il corpo fu poi spinto giù dalla scala del seminterrato, dove fu ritrovato al nono gradino. La nuova ricostruzione in 3D e una possibile ulteriore analisi delle macchie di sangue (BPA) dovranno ora confrontarsi con le conclusioni già contenute nelle sentenze emesse sul delitto di Garlasco.
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La Bloodstain Pattern Analysis è considerata una tecnica utile ma non infallibile. Diversi esperti mettono in discussione l'affidabilità assoluta di questa metodologia, definendola in alcuni casi troppo soggettiva. I risultati possono variare in base all’esperienza dell’analista e al contesto. Tuttavia, l'integrazione con strumenti digitali ad alta precisione potrebbe ridurre il margine di errore. Resta fondamentale valutare le nuove analisi alla luce delle sentenze passate e delle prove già acquisite.
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