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Roma, la vespa orientalis invade la città: allarme per il rientro a scuola

Si annidano soprattutto negli intercapedini dei palazzi. I primi nidi sono stati individuati a fine luglio, ma nelle ultime settimane le segnalazioni si sono moltiplicate

Ansa

Sono più grandi delle vespe normali e prediligono gli intercapedini dei palazzi per fare il nido.

Si tratta delle vespe orientalis, un tipo di insetto presente soprattutto nel Sud Italia, ma che negli ultimi mesi si sta moltiplicando in diversi quartieri di Roma. Era dagli anni Cinquanta che questa particolare specie di imenotteri non veniva segnalata nella Capitale e ora che la riapertura delle scuole è alle porte preoccupa soprattutto la situazione nei giardini e nei cortili scolastici, non frequentati da giugno.

 

Le segnalazioni - I primi nidi sono stati individuati a fine luglio, ma nelle ultime settimane - riporta la Repubblica - le segnalazioni sono aumentate in modo esponenziale. A favorire la diffusione delle vespe orientalis - soprattutto nell'area del centro storico, quella del quartiere di Monteverde e Prati - ha contribuito anche il caldo estivo: questa specie ama infatti banchettare con i rifiuti in putrefazione e per questo motivo è più facile avvistarla in luoghi come giardini o parchi pubblici, dove sono attratte dall'odore dei resti di pic-nic o di altro cibo. Ma non disprezzano nemmeno le facciate esterne dei condomini: "Le vespe orientalis - si legge su un gruppo Facebook di quartiere di Monteverde - vanno di balcone in balcone e si portano via le crocchette degli animali".

 

Cosa sta succedendo a Roma - "Negli ultimi giorni - racconta Andrea Lunerti, etologo e zoofilo naturalista, che finora ha eliminato 15 vespe - le segnalazioni hanno cominciato a essere ingestibili". A rendere preoccupante il quadro è il modus operandi di queste vespe giganti, che per fare il nido prediligono le intercapedini dei palazzi, soprattutto se si tratta di costruzioni vecchie. Ecco perché, prosegue l'etologo, occorre prestare particolare attenzione alla situazione nelle scuole: "È fondamentale effettuare un accurato controllo prima del riavvio dell'attività didattica". Tra gli istituti più a rischio ci sono quelli storici, in cui non si interviene da tempo con un restyling della facciata, e quelli i cui ingressi e le cui finestre affacciano direttamente sui secchi della spazzatura. Ma le segnalazioni in parchi come Villa Pamphilj renderebbero opportuno intervenire anche negli edifici collocati nelle aree più verdi della città. 

Le cose potrebbero anche peggiorare nell'arco di pochi mesi."Il caldo - spiega Lunerti - ha creato una situazione favorevole per queste vespe, che fino a metà ottobre alleveranno le regine: quelle che l'anno prossimo daranno vita a nuovi nidi". Secondo l'esperto, si stanno creando tutte le condizioni per avere nella prossima estate una situazione da incubo: "Il peggio deve ancora venire. Nell'estate del 2023, se non si fa nulla -conclude Lunerti - la città si ritroverà invasa da queste vespe".

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