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Incidente Roma, una supertestimone per far luce sullo schianto di Casal Palocco

E' una ventenne senza particolare inclinazione per i social: si chiama Gaia Nota e viaggiava a bordo della Lamborghini Urus che il 14 giugno scorso ha centrato la Smart con a bordo il piccolo Manuel

C'è una supertestimone dell’incidente di Casal Palocco (Roma) nel quale è rimasto ucciso il piccolo Manuel, di 5 anni.

E' una ventenne senza particolare inclinazione per i social: si chiama Gaia Nota e viaggiava a bordo della Lamborghini Urus che il 14 giugno scorso ha centrato la Smart lungo via di Macchia Saponara. La giovane si sarebbe trovata nell’abitacolo, sul sedile accanto a quello del guidatore Matteo Di Pietro, quando è avvenuto lo schianto. Una partecipazione quasi casuale perché la ragazza si sarebbe aggiunta, in qualità di amica, solo un chilometro prima dell’impatto e su insistente richiesta dello stesso Di Pietro.

 

Testimonianza chiave

 I carabinieri, scrive il "Corriere della Sera", fanno affidamento sulla sua memoria fotografica per assegnare precise responsabilità ai giovani protagonisti della sfida che avrebbe portato accessi al profilo del gruppo e ai suoi sponsor. Si conta sulla sua testimonianza per capire dinamica, velocità e cause dell'incidente. Per fare luce su quanto accaduto a bordo del veicolo e, per esempio, se ci siano state interferenze tra chi era alla guida e chi riprendeva la scena. 

 

Una ventina le testimonianze raccolte

 Continuano intanto le audizioni di persone informate sui fatti, con oltre venti testimonianze trascritte a verbale dagli investigatori. Tra le altre, anche le parole di madre e figlia che erano a bordo di un'auto sorpassata dalla Lamborghini prima che finisse contro la Smart. Intanto si è appreso che la supercar stava viaggiando da ore per la città per la "sfida" di rimanere alla guida il più a lungo possibile: si parlava di 50 ore consecutive, ma potrebbero essere stati realizzati video differenti poi assemblati. 

 

Hard disk e supporti sequestrati

 L'analisi dei supporti informatici sequestrati ai quattro giovani servirà a far luce sull'accaduto. Intanto i carabinieri hanno acquisito le videocamere, gli hard disk e altri strumenti informatici utilizzati dagli youtuber per le loro "imprese". 

 

Le chat nel mirino

 Si stanno inoltre analizzando le chat tra i quattro amici insieme ai video pubblicati con altre sfide del passato. Molti video sono stati cancellati dalla piattaforma, in segno di lutto per il bambino ucciso. 

 

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