RESA PRIMA DI CHIUDERSI NEL SILENZIO

Ucciso a Gemona, la compagna Mailyn prima confessa ai carabinieri e poi non conferma

I carabinieri hanno documentato anche le confessioni della madre della vittima, in una registrazione considerata dal gip "pienamente utilizzabile"

12 Set 2025 - 17:15
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Emergono nuovi dettagli sul caso di Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi a Gemona del Friuli (Udine) dalla madre Lorena e dalla compagna, Mailyn Castro Monsalvo. Quest'ultima avrebbe reso confessione ai carabinieri al loro arrivo alla villetta, allertati dalla stessa donna. Dopo quelle dichiarazioni, la 30enne si è chiusa nel silenzio per via di una depressione già in atto, aggravata dall'omicidio commesso insieme con la suocera.

Mailyn Castro Monsalvo avrebbe rivelato ai carabinieri il suo coinvolgimento nell'omicidio del compagno Alessandro Venier, commesso insieme alla suocera Lorena Venier, dopo ripetuti tentativi di chiedere aiuto al 112 e sotto le pressioni della suocera per non parlare. Dalle registrazioni audio e dagli atti giudiziari emergono dettagli drammatici sul delitto, dallo strangolamento all'uso di farmaci, fino allo smembramento del corpo e alla calce acquistata online per nascondere le prove. Il gip ha considerato le confessioni pienamente utilizzabili.

I tentativi di autodenuncia di Mailyn e l'intervento dei carabinieri

 Secondo quanto riportato dagli atti giudiziari, Mailyn Castro Monsalvo, già in uno stato di depressione aggravata dai sensi di colpa per l'omicidio, avrebbe cercato due volte di contattare il 112 nella notte e nella mattina del 31 luglio. Il primo tentativo venne bloccato dalla suocera, Lorena Venier, che convinse Mailyn a riferire falsamente di rumori sospetti in casa, trasformando la chiamata in un apparente malinteso. Nella successiva chiamata mattutina, invece, Mailyn riuscì a chiedere soccorso ai carabinieri, trovando infine il coraggio di autodenunciarsi del delitto. Le registrazioni audio raccolte dai militari confermano i momenti della confessione, che sono state giudicate pienamente utilizzabili dal gip.

Le pressioni della suocera per evitare la confessione

 Gli atti indicano che Lorena Venier, consapevole che la nuora stava per confessare, le avrebbe più volte telefonato durante la notte e la mattina del 31 luglio, ripetendo frasi come "Mailyn... Mailyn, ricordati quanto ti voglio bene", nel tentativo di dissuaderla dall'autodenuncia. Le intercettazioni evidenziano una dinamica di pressione psicologica, con Lorena che cercava di bloccare la volontà di confessare di Mailyn, dimostrando il ruolo attivo nella gestione della situazione anche durante il delitto.

I dettagli shock dell'omicidio secondo Lorena Venier

 Dalle dichiarazioni di Lorena Venier, emerge il racconto dei momenti dell'omicidio di Alessandro Venier. La donna ha descritto come, mentre la bambina piangeva, si fosse allontanata momentaneamente, permettendo a Mailyn di continuare l'azione di strangolamento con i lacci degli scarponi. Una volta tornata, Lorena afferma di aver collaborato nel completare l'atto, fino alla morte della vittima, avvenuta intorno alle 21:30 del 26 luglio. Il racconto include l'uso di farmaci - un blister di sonniferi sciolto in una bevanda e due punture di insulina - e il tentativo di soffocamento con un cuscino, prima dello strangolamento vero e proprio.

Premeditazione dell'omicidio secondo Lorena Venier

 Lorena Venier ha dichiarato agli investigatori che l’omicidio e lo smembramento di Alessandro Venier erano premeditati da settimane, evidenziando la pianificazione, tra cui l’acquisto anticipato della calce tramite Amazon per ridurre odori e facilitare la rimozione del corpo. Secondo la donna, la decisione di uccidere si concretizzò quando il figlio aveva programmato un viaggio in Colombia, e vi era la preoccupazione che potesse fare del male a Mailyn e alla neonata. Lorena ha raccontato episodi di violenza pregressa e timori per la sicurezza della nuora e della bambina, spiegando che l’azione era volta a salvaguardarle.

Lo smembramento del corpo e il coinvolgimento nella calce

 Dopo la morte di Alessandro Venier, Lorena Venier avrebbe preso un coltello e successivamente una sega da legna per smembrare il corpo, affrontando difficoltà legate alle ossa e alla spina dorsale. Mailyn avrebbe partecipato al trasporto del corpo nel bidone dietro la rimessa, mentre la calce, acquistata su Amazon, sarebbe stata versata nella notte da Mailyn stessa. L'operazione si sarebbe conclusa verso l'una di notte del 26 luglio. Gli atti confermano la sequenza dei fatti, indicando che l'azione di smembramento fu condotta in parte da Lorena e con il supporto logistico della nuora.

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