Il nuovo indagato non si presenta davanti ai pm nel giorno degli interrogatori incrociati con Alberto Stasi e Marco Poggi
Andrea Sempio non si presenta all'interrogatorio. Dietro questa scelta, forse, una strategia della difesa. Per guadagnare tempo, probabilmente, e attraverso le indiscrezioni che potrebbero filtrare dagli altri interrogatori, avere elementi per valutare se e come rispondere nel caso di un'ulteriore convocazione a comparire. Ma qual è il "cavillo" giuridico che ha consentito alla difesa di scegliere questa strategia? Gli avvocati Angela Taccia e Massimo Lovati, senza presentarsi in Procura a Pavia così come il loro assistito Andrea Sempio, hanno depositato un memoria con cui hanno eccepito, davanti agli stessi pm, la "carenza" nell'invito a comparire per l'interrogatorio, notificato nei giorni scorsi, "dell'avvertimento" previsto dall'articolo 375 comma 2 lettera D. La mancanza di questo "avvertimento" nell'atto dei pm, secondo la difesa, comporta la nullità di quell'invito a comparire, perché è un "avvertimento ritenuto fondamentale" e che va indicato all'indagato.
Secondo l'avvocato Taccia, intervistato da Tgcom24, l'atto sarebbe nullo per due ragioni: la mancanza del motivo per cui Sempio avrebbe dovuto comparire insieme all'avviso della convocazione coattiva nel caso in cui non si fosse presentato. Ci sarebbe anche cavillo legato alle tempistiche della convocazione: "L'invito a presentarsi - si legge nell'articolo - è notificato almeno tre giorni prima di quello fissato per la comparizione, salvo che, per ragioni di urgenza, il pubblico ministero ritenga di abbreviare il termine, purché sia lasciato il tempo necessario per comparire". Ma così, sostengono i legali, non è stato e questo "giustificherebbe" per loro la tesi della nullità stessa dell'atto e quindi l'obbligo di Andrea Sempio a comparire davanti ai pm. Un atto carente, dunque, e per questo nullo per la difesa, che sceglie di giocare la "carta del rinvio" per il suo assistito.
A questo punto, da quanto si è saputo, il pm potrebbero notificare un nuovo invito a comparire, sanando quella carenza contestata dalla difesa, oppure potrebbero ritenere che il loro atto non fosse affatto nullo e che Sempio, convocato, non si è presentato. Nel caso in cui la Procura rilevi un'omissione volontaria, potrebbe obbligare Andrea Sempio a presentarsi in aula. Questa mossa della difesa sotto un profilo procedurale e tecnico dà il senso, comunque, della "battaglia" che i legali intendono portare avanti. Nel caso in cui il testimone regolarmente citato non compaia, senza addurre un legittimo impedimento, potrà altresì essere condannato al pagamento di una somma da € 51 a € 516 a favore della cassa delle ammende nonché alle spese alle quali la mancata comparizione ha dato causa, ai sensi dell'art. 133 c.p.p.