Femminicidio nel Veronese, uccide la compagna a coltellate: fermato
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Già arrestato per maltrattamenti, un 41enne brasiliano ha violato il divieto di avvicinamento prima di colpire a morte la vittima
Una 33enne di origine brasiliana, Jessica Stapazzolo Custodio de Lima, è stata uccisa dal compagno, il 41enne Reis Pedroso Douglas, all'interno della loro abitazione a Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona. L'uomo, secondo quanto scrive la Procura di Verona in una nota, l'avrebbe colpita "con un numero imprecisato, ma comunque smisurato di coltellate" durante un violento litigio. Il fermo è stato eseguito nella notte dai carabinieri, dopo che l'uomo aveva contattato i militari manifestando intenti suicidi e fornendo indicazioni che hanno portato al ritrovamento del corpo.
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Gli amici della vittima, preoccupati perché non riuscivano a contattare la donna da due giorni, avevano lanciato l'allarme. Quando i soccorsi sono arrivati, la donna era già priva di vita, con numerose ferite da arma da taglio. Il coltello utilizzato per l'aggressione è stato rinvenuto all'interno dell'auto di Douglas. L'uomo non era in casa al momento del ritrovamento del cadavere, ma è stato successivamente rintracciato e fermato dai militari con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Il 41enne "appariva in stato confusionale, sicuramente sotto effetto di alcol e droga. E in un primo momento ha detto di averla uccisa addirittura sabato sera, anche se dalle prime risultanze del medico legale questo parrebbe essere escluso: parliamo di circa 24 ore". Lo ha detto Claudio Papagno, comandante provinciale dei carabinieri di Verona.
Reis Pedroso Douglas era già noto alle forze dell'ordine. La procura di Verona ha reso noto che l'uomo aveva precedenti per rifiuto dell'accertamento dello stato di ebbrezza e faceva uso smodato di alcol e stupefacenti. Era già sottoposto a procedimento penale per maltrattamenti e lesioni nei confronti della compagna, commessi almeno da agosto 2024 ad aprile 2025, e accusato anche di violenze sessuali nei confronti della sorella di Jessica de Lima, risalenti a dicembre 2024. Il 21 aprile 2025 era stato arrestato in flagranza di reato per una nuova aggressione contro la donna: l'aveva gettata a terra, trascinata per i capelli sull'asfalto e colpita al volto con pugni e con una chiave. Il giudice aveva convalidato l'arresto e disposto una misura cautelare, mentre il questore di Verona aveva successivamente emesso un provvedimento di ammonimento. Il 17 settembre 2025, la procura aveva presentato una richiesta di rinvio a giudizio per i reati di violenza e maltrattamenti.
Secondo quanto riferisce la procura di Verona, dal 23 aprile 2025 Reis Pedroso era sottoposto a divieto di avvicinamento alla compagna e ai luoghi da lei frequentati, con un limite minimo di 500 metri. Gli era stato anche vietato ogni contatto e imposto il divieto di dimora nel comune di Ponti sul Mincio, dove Jessica de Lima viveva. Il braccialetto elettronico era stato installato il 19 maggio da Fastweb Spa, che aveva consegnato alla vittima l'apparato ricevitore. Tuttavia, al momento del fermo, l'uomo è stato trovato senza il braccialetto, che aveva rimosso. I carabinieri stanno indagando per stabilire quando e dove se ne sia liberato. Il dispositivo consegnato alla vittima è stato rinvenuto nascosto nel garage della madre dell'uomo, a Ponti sul Mincio. Le indagini proseguono per accertare le circostanze della rimozione e la catena di sorveglianza del sistema.
Jessica de Lima viveva con Reis Pedroso Douglas da circa un anno e mezzo, nell'appartamento acquistato dall'uomo. In passato aveva chiesto aiuto alle forze dell'ordine per episodi di violenza domestica, ma aveva poi ritirato la denuncia.
Le tensioni familiari avevano portato alla revoca dell'affidamento della figlia che la donna aveva avuto da una precedente relazione. Secondo le ricostruzioni investigative, la coppia viveva da tempo un rapporto instabile, caratterizzato da continue liti e violenze.
In Italia, la legge consente a una vittima di ritirare la denuncia per maltrattamenti o violenza domestica solo in determinati casi. Tuttavia, se il reato è considerato "procedibile d'ufficio" – come accade per i maltrattamenti in famiglia (articolo 572 del Codice Penale) – il procedimento può proseguire anche senza il consenso della persona offesa.
Nella pratica, però, molte donne scelgono di non confermare la denuncia per paura di ritorsioni, dipendenza economica o pressione psicologica. Questo può rendere più difficile l'intervento tempestivo delle autorità. Gli esperti sottolineano che il ritiro della denuncia non sempre ferma l'indagine, ma può indebolire le prove a disposizione degli inquirenti e rallentare l'iter giudiziario. Per questo motivo, il sistema di protezione italiano prevede misure di tutela immediata, come l'allontanamento del presunto aggressore dalla casa familiare e l'attivazione dei centri antiviolenza.
Il caso di Castelnuovo del Garda si aggiunge ai numerosi episodi di femminicidio registrati in Italia nel 2025: secondo gli ultimi dati del ministero dell'Interno, oltre 70 donne sono state uccise da partner o ex partner dall'inizio dell'anno.