Mantovano: "Condizioni impianti peggiori del previsto". I sindacati denunciano l’assenza di risposte. Nuova riunione lunedì
Salta il tavolo sull’ex Ilva tra governo e sindacati. L’incontro, tenutosi a Palazzo Chigi, si è chiuso con un nulla di fatto. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito le tre condizioni preliminari necessarie per chiudere il negoziato: una nuova Autorizzazione integrata ambientale (AIA), le autorizzazioni per la nave rigassificatrice e la continuità della produzione durante la transizione. Obiettivo: fare dell’Italia il primo Paese europeo a produrre esclusivamente acciaio green. Ma per i sindacati la risposta del governo è ancora insufficiente. Si terrà lunedì 26 maggio, alle 18:30 a Palazzo Chigi, una nuova riunione. È quanto si legge nella convocazione inviata ai sindacati.
Mantovano: "Una fase drammatica" Nel suo intervento introduttivo al tavolo, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha definito il momento attuale "particolarmente drammatico", forse il più complesso dall'inizio del mandato di governo. Ha ricordato le difficoltà incontrate a partire dalla gestione del socio privato ArcelorMittal, sottolineando come la vera eredità lasciata siano "le condizioni critiche degli impianti", in particolare dell’altoforno 2, trovato dai commissari "in condizioni peggiori di quelle che si potessero immaginare".
Urso: "Tre condizioni non negoziabili" Il ministro Urso, intervenendo anche alla Camera durante il question time, ha elencato le tre condizioni indispensabili per raggiungere l’accordo:
"L’Italia può diventare il primo Paese europeo a produrre solo acciaio green", ha detto Urso, invocando "una piena collaborazione istituzionale, come già avvenuto per i siti di Piombino e Terni". Il ministro ha parlato di "lavoro di squadra responsabile e trasparente" come unica via per portare a termine la trasformazione.
La posizione dei sindacati Il tavolo sull'ex Ilva tra sindacati e governo "è stato sospeso e riprenderà all'inizio della prossima settimana". Lo dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, lasciando Palazzo Chigi al termine dell'incontro che, dice, "non è andata bene". E spiega: "Abbiamo chiesto garanzie, una prospettiva, ma non ci sono state risposte adeguate e quindi abbiamo deciso di aggiornare il tavolo".
Aggiunge il segretario Fiom, Michele De Palma: "Lo Stato deve garantire la continuità dell'azienda, questo per noi è il punto fondamentale: gli investimenti per la decarbonizzazione e la garanzia dei livelli occupazionali". "Non basta una cornice green senza contenuti chiari e vincolanti", ha dichiarato ancora. "Non c'è ancora un piano industriale che garantisca il rilancio dello stabilimento di Taranto, né investimenti certi". Anche la Uilm ha chiesto un impegno diretto dello Stato non solo come garante.