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Pordenone, trovato il corpo di Giulia al lago di Barcis: uccisa con diverse coltellate | Ha cercato di difendersi | Appello dei genitori: "Filippo costituisciti"

L'auto era in Austria domenica. La 22enne sarebbe stata lasciata cadere lungo un dirupo per una cinquantina di metri nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre

È di Giulia Cecchettin il corpo ritrovato vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone.

La 22enne è stata uccisa da svariate coltellate alla testa e al collo e prima di morire ha cercato di difendersi: il corpo presentava infatti anche numerose ferite da difesa alle mani e alle braccia. Il lago si trova lungo la direzione seguita dall'auto di Filippo Turetta nella notte tra sabato e domenica scorsi, dopo l'aggressione, ripresa dalle telecamere di un'azienda, da parte del giovane ex fidanzato ai danni della ragazza, avvenuta nell'area industriale di Fossò, a una trentina di chilometri da Venezia. Giulia è stata trovata con gli stessi abiti che indossava al momento della scomparsa e con un'evidente frattura alla testa con abbondante fuoriuscita di sangue. L'appello dei genitori: "Filippo, costituisciti".

Pordenone, trovato il corpo di Giulia al lago di Barcis: uccisa con diverse coltellate | Ha cercato di difendersi | Appello dei genitori: "Filippo costituisciti" - foto 1
Tgcom24

 

Il corpo è stato recuperato in un canalone tra la zona del lago di Barcis e Piancavallo da un'unità cinofila della Protezione civile. Secondo la ricostruzione fatta dalle forze dell'ordine, Filippo avrebbe abbandonato il corpo di Giulia al bordo della strada e l'avrebbe lasciato rotolare lungo un dirupo per una cinquantina di metri. La strada dove è stata trovata la ragazza nel periodo invernale viene chiusa fino al 15 aprile, perché impraticabile. Circostanza che, viene fatto notare, non è detto che il giovane sapesse. Questo, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuto nella notte tra sabato 11 e domenica 12 novembre. Poi Filippo avrebbe iniziato la sua fuga verso l'Austria.

 

Giulia Cecchettin, fiori davanti all'abitazione della famiglia

 

Giulia Cecchettin con i vestiti del giorno della scomparsa

  Giulia Cecchettin aveva gli stessi abiti che indossava al momento della scomparsa. La procura e i carabinieri sono in attesa dei risultati degli esami sulle macchie di sangue trovate sul marciapiede della strada vicinale della zona industriale a Fossò (Venezia), dove la 22enne è stata aggredita dal suo ex fidanzato. Sul corpo recuperato verranno effettuati i prelievi di tessuto e di sangue per estrarre il profilo genetico e confrontarlo con quello dei familiari di Giulia.

 

 

Svolta indagini grazie a telecamera di Piancavallo

  La svolta nelle indagini è arrivata giovedì mattina in maniera del tutto casuale quando la telecamera che registra il passaggio dei veicoli all'ingresso dell'area turistica di Piancavallo è stata riaccesa dopo quattro giorni in cui non era operativa per manutenzione. Il software aveva tuttavia continuato a registrare i passaggi, pur senza trasmetterli al sistema operativo. Alla riaccensione, dunque, è scattato l'alert per il transito dell'automobile di Filippo Turetta. Trattandosi di una zona completamente periferica e per la quale il giovane aveva fatto una deviazione anomala rispetto al successivo rilevamento, alla diga del Vajont, gli investigatori hanno immediatamente iniziato a battere palmo a palmo i dodici chilometri di strada che separano Piancavallo dal lago di Barcis, dove gà  si era concentrata l'attenzione dei carabinieri. 

 

 

Legali famiglia Giulia: "Ora momento del dolore"

  "Adesso è il momento del dolore e di stringersi attorno alla famiglia. Il lavoro degli investigatori ha portato intanto a ritrovare Giulia. Ora è anche il momento di individuare le responsabilità e le dinamiche di questa vicenda, per le quali ci affidiamo ancora alle forze dell'ordine". Lo ha detto, in una breve dichiarazione davanti alla villetta dei Cecchettin, l'avvocato Stefano Tigani che, con l'associazione Penelope, sta assistendo la famiglia. 

 

 

I genitori di Turetta: "Filippo costituisciti"

 I genitori di Filippo Turetta hanno lanciato, tramite il loro avvocato, un appello al figlio: "Filippo si avvicini alle forze dell'ordine e si costituisca, assumendosi le proprie responsabilità". Parole simili sono stata pronunciate anche dal procuratore di Venezia, Bruno Cherchi. "È un appello - ha spiegato ai giornalisti - al ragazzo affinché si costituisca e possa dare la propria versione dei fatti". "Speravamo di non dover dare questa notizia - ha aggiunto, riferendosi al ritrovamento del corpo di Giulia - ma la ricostruzione dei fatti che potrebbe fare Turetta sarebbe molto importante, anche per lui stesso. Per questo ribadisco: non continui questa sua fuga e si costituisca". 

 

 

L'auto di Filippo individuata in Austria domenica 12 novembre

 La Punto nera di Filippo Turetta è stata localizzata in Austria nella giornata di domenica 12 novembre e non in quella di mercoledì 15: è quanto precisano fonti investigative sottolineando che la vettura è stata immortalata dai sistemi di controllo stradale non solo a Lienz, nel Tirolo orientale, ma anche in Carinzia. Non ci sarebbero invece, per il momento, elementi che provino il suo ritorno in Italia.

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