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Eutanasia, l'associazione Coscioni: "In Italia tutto tace" | La compagna di Dj Fabo: "Il Vaticano blocca il Parlamento"

"Sentire che dopo il Portogallo, un altro Paese molto vicino a noi per cultura, come la Spagna, si è pronunciato a favore del cambiamento e noi ancora no, mi dispiace molto", commenta Valeria Imbrogno

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agenzia

"Il Parlamento spagnolo ha approvato definitivamente la legge sulla legalizzazione dell'eutanasia, in Italia invece tutto tace". Così denuncia l'associazione Luca Coscioni spiegando come "l'approvazione fa della Spagna uno dei quattro Paesi dell'Unione europea che consente a chi è affetto da una malattia incurabile di mettere fine alle proprie sofferenze. Il testo, secondo fonti ufficiali, dovrebbe entrare in vigore da giugno". "Nel nostro Paese il Vaticano blocca il Parlamento", commenta Valeria Imbrogno, compagna di Dj Fabo.

Cappato: "Dopo 7 anni e due richiami ufficiali della Consulta Roma non ha ancora fatto nulla" Anche Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, commenta la notizia. "La Spagna nonostante la pandemia, ha fatto in sei mesi ciò che il Parlamento italiano non è riuscito a fare in oltre 7 anni: avviare la discussione in Commissione parlamentare e arrivare all'approvazione di una legge che legalizza l'eutanasia". "Dopo 7 anni e due richiami ufficiali caduti nel vuoto da parte della Corte costituzionale - aggiunge Cappato - il Parlamento non ha avviato quella discussione in plenaria che i Parlamentari delle precedente maggioranza avevano garantito sarebbe avvenuta entro il 2020".

 

 

"Io e Mina Welby rischiamo 12 anni di carcere" "Di fronte questa inerzia Mina Welby e io, che il prossimo 22 aprile saremo imputati presso la Corte di Appello di Genova dove rischiamo fino a 12 anni di carcere per l'assistenza al suicidio assistito offerto a Davide Trentini, proseguiremo con la nostra azione di disobbedienza civile", evidenzia.

 

 

Filomena Gallo: "In assenza di una legge occorre passare dai tribunali" "In Italia le persone con patologie irreversibili - prosegue il segretario dell'associazione, Filomena Gallo - con determinati requisiti possono legalmente ottenere aiuto mediante l'assunzione un farmaco letale dopo un iter da intraprendere tramite il Sistema Sanitario Nazionale. Ma in assenza di una legge occorre passare dai tribunali per veder rispettato un diritto, come è successo a Mario, un uomo che stiamo assistendo a livello giudiziario e che ha ricevuto un diniego dall'Asl". "Il Servizio Sanitario Nazionale dunque tramite questa Asl ha negato quanto previsto dalla Consulta senza neppure effettuare alcuna verifica sul suo stato di salute. Per questo motivo Mario, tramite un collegio legale, ha presentato ricorso. Ribadiamo l'urgenza di una legge che regolamenti le scelte di fine vita e chiediamo al ministro della Salute di intervenire affinché la sentenza sia applicata in tutte le strutture pubbliche", conclude.

 

 

La compagna di Dj Fabo: "Il Vaticano blocca il Parlamento" "La decisione del Parlamento spagnolo sull'eutanasia mi auguro possa fare da apripista anche per l'Italia, anche se questo ruolo di avanguardia poteva essere il nostro. Nel nostro Paese, però, esistono delle gerarchie ecclesiastiche e il Vaticano che comunque creano dei grossi impedimenti e bloccano una decisione del Parlamento su una materia così delicata". Lo afferma Valeria Imbrogno, compagna di Fabiano Antoniani, Dj Fabo, diventato cieco e tetraplegico in un incidente stradale e, con l'aiuto dell'associazione Luca Coscioni, diventato il simbolo della lotta per la legalizzazione del suicidio assistito. Dalla sua storia è nata una battaglia legale che si è conclusa con una pronuncia della Corte Costituzionale che ha invitato il Parlamento a legiferare su questo tema. "Quello che manca in Italia, dopo che la Corte costituzionale si è pronunciata, è proprio il passaggio in Parlamento", osserva Imbrogna.

 

 

"Da italiana - evidenzia - ci resto male, perché tutto il senso della battaglia condotta da Fabiano da me era per rendere il suicidio assistito una possibilità concreta anche in Italia. Sentire che dopo il Portogallo, un altro Paese molto vicino a noi per cultura, come la Spagna, si è pronunciato a favore del cambiamento e noi ancora no, mi dispiace molto. E' una decisione che il Parlamento prima o poi dovrà prendere". 

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