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Covid, Locatelli: "Primi vaccini ai bimbi dal 23 dicembre" | Omicron, Iss invita a non farsi prendere dal panico

Secondo il coordinatore del Cts per quella data saranno disponibili le formulazioni pediatriche. Prudenza sulla nuova variante che potrebbe non provocare malattia in forma grave


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IPA

Prosegue la campagna vaccinale e mentre l'obiettivo fissato per le terze dosi è quello di 450mila al giorno, si attende a giorni il via libera di Aifa per il vaccino in età pediatrica.

Secondo il coordinatore del Cts Franco Locatelli le somministrazioni ai bambini potrebbero iniziare "il 23 dicembre, perché per quella data saranno disponibili le formulazioni pediatriche". Intanto il mondo scientifico predica cautela sulla variante Omicron che potrebbe essere poco pericolosa.

 

 

Il vaccino a tutti, dai 5 anni in su, così come il booster sarà per ogni fascia di età: si parte con le prenotazioni della terza dose ai giovani dai diciotto anni in su, in vista delle inoculazioni dal primo dicembre, poi toccherà alla categoria 12-17. Contro il dilagare della variante Omicron e per uscire rapidamente dalla quarta ondata si accelera sulle somministrazioni e ora l'obiettivo è un "impiego massivo delle risorse" con il target minimo, indicato dal Commissario per l'Emergenza Francesco Figliuolo alle Regioni, di almeno 4,6 milioni di iniezioni da effettuare dal primo al 12 dicembre. E se al momento il dato nazionale registra - rispetto alla settimana precedente - già un trend di incremento del 40% (venerdì scorso circa 346mila dosi in tutto), il Governo punta ora a 450mila inoculazioni quotidiane almeno in quattro giorni della prossima settimana, tenendo anche contro dell'"ampia disponibilità di dosi" di tipo mRna.

 

 

Il tutto in attesa di capire la reale pericolosità di Omicron. La variante preoccupa per la velocità con cui si è diffusa ma bisogna aspettare i dati per poter stabilire se è più contagiosa della Delta o meno, se è in grado di sfuggire ai vaccini e, soprattutto, se può provocare la forma grave della malattia. Per l'Istituto superiore di Sanità "non ci sono ancora evidenze che l'infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti" e "al momento - non e' ancora chiaro se la variante Omicron sia più trasmissibile rispetto alle altre, inclusa la Delta". Il direttore dell'Istituto 'Mario Negri', Giuseppe Remuzzi, cita "Shabir Madhi, il Fauci del Sud Africa": è al lavoro dall'11 novembre e ci ha comunicato che, sulla base delle evidenze scientifiche in suo possesso, la nuova variante Omicron non saprà sfuggire al vaccino". Serviranno due settimane per capire come stanno le cose, ha detto anche l'immunologo Sergio Abrignani, dell'Università di Milano e membro del Cts. "Aspettiamo i dati e non facciamoci prendere dal panico".

 

 

Pur senza non farsi prendere dal panico la situazione però crea una certa preoccupazione e i sindaci hanno chiesto al Governo l'obbligo della mascherina all'aperto in tutta Italia fino al 15 gennaio, misura già preso da alcuni Comuni. Saranno ora i Comitati provinciali per l'ordine e la sicurezza pubblica a riunirsi in settimana per adottare i piani che saranno attivi dal 6 dicembre. E prima del weekend ci sara' un nuovo confronto tra il ministro Lamorgese e prefetti per la messa a punto definitiva dei piani.

 

Covid, scatta l'obbligo di mascherine in centro a Milano: multe fino a 3mila euro

Nel centro di Milano scatta l'obbligo di indossare le mascherine all'aperto. L'ordinanza del sindaco, Giuseppe Sala, è valida da sabato 27 novembre a venerdì 31 dicembre. Per chi non rispetterà l'obbligo scatterà una sanzione amministrativa pecuniaria da 400 euro a 3mila euro. Le vie comprese nel provvedimento sono le centralissime piazza Castello, largo Cairoli, via Dante, piazza Cordusio, via Orefici, via e piazza Mercanti, piazza del Duomo, Galleria e corso Vittorio Emanuele II e piazza San Babila. Ordinanze simili sono state firmate anche in altre città italiane, tra cui Brescia, Bergamo, Aosta, Bologna e Firenze.

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Per quanto riguarda i vaccini ai bambini Locatelli ha spiegato che si è preferito aspettare la disponibilità di formulazioni pediatriche "in quanto la dose per la fascia di età 5-11 anni è di un terzo, 10 microgrammi, rispetto alla dose per l'adulto. Si è proprio voluto evitare il prelievo dalle fiale degli adulti, perché avrebbe creato situazioni in qualche modo aleatorie". Per quanto riguarda la somministrazione Locatelli ha detto che "si sta ragionando per creare delle aree pediatriche negli hub vaccinali. Ho anche sentito frasi secondo cui occorre aspettare quello che emerge dalla vaccinazione in altri Paesi, ma se facciamo tutti cosi' nessuno avrà mai dei dati. Cerchiamo di fidarci di quelle che sono le evidenze che derivano dagli studi scientifici".

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