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Variante Omicron, ecco quello che sappiamo | La scheda

Gravità, diffusione e vaccini: il punto a partire da una conversazione tra Guido Silvestri e la professoressa che l'ha scoperta


La variante Omicron deve preoccuparci? In che misura? Può causare una malattia più grave o resistere ai vaccini? È presto per dirlo.

Ancora non abbiamo abbastanza dati né studi solidi per valutare l'effettiva pericolosità della nuova variante. Per fare il punto su ciò che sappiamo di Omicron, riportiamo lo schemino di domande-risposte realizzato da Pillole di Ottimismo a partire da una telefonata tra il professor Guido Silvestri e la professoressa Penny Moore, dell'Università di Witwatersrand a Johannesburg, che è la persona che ha scoperto e caratterizzato la nuova variante del coronavirus.

Cos'è la variante Omicron?
È una nuova variante di SARS-CoV-2 che si è generata in South Africa e si sta diffondendo rapidamente in quel paese, ed è caratterizzata da un numero molto ampio di mutazioni sulla proteina Spike del virus.

 

Causa una malattia più severa? O più lieve?
Al momento non lo sappiamo, ci vorranno due-tre settimane per dirlo, ed ogni speculazione a questo punto sarebbe inutile.

 

 

Si diffonde più rapidamente?
Sembra di sì, basandosi sull’aumentata frequenza di queste infezioni in South Africa, ma non è ancora possible quantificare con esattezza l'importanza di questo fenomeno.

 

Può infettare persone che hanno già avuto il Covid o che sono state vaccinate?
Certamente sì, e questo comunque vale anche per la variante Delta; al momento non possiamo dire con esattezza con quale frequenza, ci vorranno alcune settimane per saperlo.

 

È resistente a vaccini, monoclonali e antivirali?
Vedi risposta ai punti #2 e #4. Sulla resistenza ai vaccini, analisi in silico suggeriscono che le risposte di tipo T cellulare dovrebbero comunque “reggere” a questa nuova variante.

 

È possibile fare vaccini a Rna che comprendano la variante Omicron?
Sì, e infatti Moderna lo sta già facendo (e probabilmente anche Pfizer, immagino).

 

 

Ha senso cercare di bloccare la diffusione della variante Omicron tramite misure non farmacologiche (lockdown, chiusura dei confini...)?
Molto probabilmente no, vista anche l’esperienza con la Delta. Il South Africa ha scelto di non fare lockdown, e sta criticando duramente, definendola come inutile e stigmatizzante, la scelta di molti paesi di bloccare i voli e chiudere i confini ai loro cittadini e residenti.

 

Cosa possiamo fare concretamente oggi in Italia contro la variante?
La solita ricetta, usando la scienza con calma e buon senso: rafforzare il Green Pass, accelerare sulle terze dosi e sulle vaccinazioni a tutti quelli oltre i 5 anni, diffondere l’uso degli antivirali di comprovata efficacia, potenziare le terapie intensive. Per carità non ricominciamo con le litanie del panico e del catastrofismo.

 

Da dove viene?
Viene da un paziente con infezione severa da HIV che ha avuto un COVID durato oltre 200 giorni a causa dello stato di grave immunodeficienza. Ricordiamo che, a causa dei lockdown ed altre restrizioni anti-COVID, è calata di molto, sia in South Africa che in altre nazioni africane, la percentuale di soggetti con HIV/AIDS trattati con terapia anti-retrovirale (ART), e che casi come questi aumenteranno sono destinati ad aumentare.

 

Cosa possiamo fare concretamente oggi a livello globale contro la variante?
L’emergenza della variante Omicron, che avviene in singolare coincidenza con il World AIDS Day (1 dicembre, mercoledì prossimo), ci ricorda per l’ennesima volta che viviamo in un villaggio globale. L’emergenza di nuove varianti in soggetti con immune-deficienza da HIV/AIDS si combatte ATTRAVERSO LA SCIENZA d implementando due semplici ma importantissime misure: (i) fare la terapia antiretrovirale a tutti i soggetti con HIV; (ii) vaccinare per COVID l'intera popolazione mondiale.

 

 

Cosa possono fare media e pubblico?
Evitare allarmismi, mantenere la calma, non parlare a vanvera di cose che ancora non si sanno, enfatizzare le misure di cui ai punti #8 (per l’Italia) e #10 (a livello globale), non invocare misure inutili e stigmatizzanti.

 

Domanda bonus: cosa possiamo imparare da questa vicenda?
In realtà sono sempre le stesse cose. In primis che la scienza ci salva, perché è grazie ad essa che abbiamo scoperto la Omicron, la stiamo caratterizzando, e anche nel caso peggiore avremmo presto vaccini in grado di contenerla. E poi il fatto che noi occidentali dobbiamo essere meno egoisti. In questo momento avrei voglia di gridarlo per le strade. Ma davvero ci voleva la paura delle varianti per ricordarci dell’importanza ETICA, prima ancora che sanitaria, di vaccinare contro COVID l’intera popolazione mondiale? Ma davvero ci voleva la Omicron per farci capire l'importanza di rendere la terapia anti-retrovirale per HIV disponibile in tutto il mondo e per tutti i pazienti?

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