"Colui che sarà eletto dovrà conciliare il bisogno di unità e guidare un popolo di Dio che vuole procedere nella direzione di Francesco", ha aggiunto l'arcivescovo di Algeri
© Ansa
"Il Conclave durerà al massimo tre giorni e ognuno tra i cardinali ha già, in cuor suo, la lista" di candidati. Ne è certo il cardinale salvadoregno, Gregorio Rosa Chavez, già vescovo ausiliare della capitale San Salvador. "Manca ancora il nome, o lo stile, ma la direzione penso sia chiara", risponde a chi gli chiede chi sarà il nuovo Papa. Il Conclave, spiega ancora, "è molto aperto e ci potranno essere sorprese, come è sempre stato nella storia della Chiesa".
"Nella mia lista ci sono cinque nomi. È una lista molto interessante. E ci sono anche italiani", rivela il porporato. Ma alla richiesta se si può prevedere un Papa americano, o europeo o italiano, ripete: "Tutto è possibile, tutte le porte sono aperte".
"Non credo che sarà un Conclave lungo", afferma in un'intervista a Repubblica il cardinale francese Jean-Paul Vesco, arcivescovo di Algeri. "È un'intuizione - dice ancora - che avevo già prima di arrivare a Roma, ho l'impressione che i candidati emergeranno con evidenza. Tra cardinali ci sono differenze di sensibilità ma non campi contrapposti. Ero raccolto davanti al corpo del Papa, vedevo migliaia e migliaia di persone arrivare e mi domandavo: 'Cos'è un Papa?'. Penso che colui che eleggeremo è già da molto tempo preparato dal Signore. Non siamo noi che facciamo il Papa. Dobbiamo trovare chi tra noi è già stato scelto".
Il Conclave per eleggere il nuovo Papa inizierà mercoledì 7 maggio. Alla domanda su chi emergerà, Vesco risponde: "Mi rendo conto che non avremo un Francesco. Ho l'impressione che avremo un uomo del consenso. Francesco ha scosso molto la Chiesa e ora l'istituzione ha bisogno di pace. Ma il popolo di Dio ha bisogno di andare avanti. Colui che sarà eletto dovrà conciliare il bisogno di unità e guidare un popolo di Dio che vuole procedere nella direzione di Francesco. Più che l'origine è una questione di carattere. Se vieni da dentro è difficile riformare le cose, era la forza di Francesco e la sua fragilità, era un uomo solo che poteva riformare. Possono funzionare entrambi i modelli, e possono fallire entrambi", ha detto ancora il cardinale.