Le escort, non a caso, sono le vittime preferite perché più vulnerabili
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L'omicidio di Maria Denisa Adas, la escort scomparsa a Prato il 15 maggio e ritrovata morta e decapitata in un casolare a Montecatini Terme, è soltanto l'ultimo di una serie. Vasile Frumuzache, il suo presunto assassino, insospettabile guardia giurata sposata e con figli, messo alle strette dagli inquirenti ha ammesso anche la morte di un'altra escort. Le prostitute, non a caso, sono le vittime preferite di alcuni serial killer perché più vulnerabili: lavorano in luoghi isolati e spesso hanno perso i contatti con parenti e amici. In caso di tragici eventi, infatti, non ci sarà mai nessuno a reclamarne la scomparsa. In Italia i più famosi killer di prostitute hanno il nome di Gianfranco Stevanin e Donato Bilancia. Ma non solo i soli.
Agì agli inizi degli anni '90. Gianfranco Stevanin, un contadino nel Veronese, uccise almeno sei donne, tra le quali alcune escort. Aveva un enorme data base fotografico con oltre 7mila immagini scattate alle vittime. Furono trovati scatole con peli pubici. Due di loro furono ritrovate smembrate. Nel 1998 fu condannato all’ergastolo.
Fu protagonista delle cronache alla fine degli anni ' 90. Noto come l'assassino dei treni, a lui furono attribuiti 17 omicidi tra la Liguria e il Piemonte in un periodo relativamente breve: soli sei mesi. Una prostituta, sfuggita alla furia assassina, fu determinante per la sua cattura. È stato condannato a 13 ergastoli.
A lui furono attribuite almeno 15 vittime, soprattutto escort. Il primo caso al 1978, quando seviziò e uccise alcune vittime. Nel 1995 fu rilasciato in semilibertà ma tornò a colpire a Torino. I sospetti su di lui divennero prove quando furono ritrovate alcune sue tracce biologiche. È stato condannato all'ergastolo.
Negli anni 2000 agì tra Pisa e Milano. Il suo modus operandi fu caratterizzato da una estrema violenza: a una vittima furono sferrate ben 54 coltellate. Fu condannato per diversi delitti e anche per altri reati, tra cui una serie di rapine commesse attribuendosi il nome di Robin Hood. Si impiccò nel carcere milanese di Opera nel 2012.