Serial killer uccise 5 prostitute
Cinque prostitute stuprate e uccise e una lucciola barbaramente violentata. Il caso di Gianfranco Stevanin, il serial killer veronese che seviziava e massacrava le sue vittime, ha fatto il giro del mondo per le modalità e la crudeltà dei delitti commessi. Arrestato nel 1994 dopo la denuncia della prostituta stuprata, Stevanin sta scontando una condanna all'ergastolo inflittagli dalla Corte di Cassazione nel febbraio 2002.
Una storia venuta alla luce quasi per caso quella di Stevanin. Tutto cominciò la sera del 16 novembre del 1994, quando una prostituta austriaca raccontò di essere stata costretta dall'agricoltore, sotto la minaccia di una pistola, a subire violenza. Con uno stratagemma, la donna era riuscita a fuggire dall'auto di Stevanin e a chiedere aiuto. Altre donne - secondo quanto poi accertato dagli investigatori - non avevano avuto la stessa fortuna.
Nell'abitazione dell'uomo, un casolare di campagna, dopo il fermo e durante una perquisizione, furono trovati i documenti di alcune prostitute di cui era stata denunciata la scomparsa, fotografie pornografiche di una trentina di ragazze, indumenti intimi femminili e altro materiale, come peli pubici chiusi in una scatola. Qualche mese dopo, dai campi circostanti la casa emersero i resti di un tronco di scheletro di donna e nei confronti dell'agricoltore scattò l'ipotesi di accusa di omicidio e occultamento di cadavere.
Era l'estate del '95 e a novembre, sempre in un terreno di proprietà di Stevanin, fu trovato un cadavere di donna in stato di decomposizione, avvolto in un telo di plastica. Per giorni i campi attorno al casolare divennero sede di scavi da parte delle forze dell'ordine. Il primo dicembre la scoperta di un altro cadavere di donna, il terzo.
Stevanin, intanto, si era dichiarato innocente, estraneo a quanto veniva trovato nelle sue proprietà. Poi, nei mesi successivi, cominciò a parlare con gli investigatori di alcuni ricordi, legati a rapporti sessuali con alcune donne di cui avrebbe nascosto i corpi, dicendo tuttavia di non essere l'autore della loro morte.
La vicenda andò avanti per anni, a colpi di perizie sullo stato mentale dell'indagato, ricerche di possibili moventi, nuove accuse, udienze processuali segnate dai ricordi e dalle amnesie dell' imputato, fino alla sentenza di ergastolo emessa dalla Corte d'assise di Verona il 28 gennaio 1998, che ritenne Stevanin responsabile dell'omicidio di 5 donne, con una serie di aggravanti relative alla crudeltà, all'occultamento e alla distruzione di cadavere.
Una sentenza ribaltata in appello, nel luglio successivo, con la condanna di Stevanin a soli dieci anni e sei mesi per occultamento e vilipendio di cadavere. In questo caso i giudici ritennero l'imputato non punibile per gli omicidi in quanto incapace di intendere e di volere. Ma la sentenza fu annullata dalla Corte di Cassazione, che stabilì la necessità di ricelebrare il processo d'appello. Quest'ultimo si chiuse con la condanna all' ergastolo per cinque omicidi. Condanna confermata dalla Cassazione nel febbraio 2002.