Una 76enne aveva acquistato il Pandoro "Pink Christmas" e si era costituita parte civile. Alla prossima udienza a novembre la donna dovrebbe revocare l’istanza
Si va verso un accordo tra Chiara Ferragni e una delle consumatrici coinvolte nel caso del Pandoro "Pink Christmas", al centro del procedimento per truffa aggravata in corso a Milano. Nonna Adriana, una pensionata campana di 76 anni, aveva acquistato il dolce natalizio e a settembre si era costituita parte civile nel processo che vede l'influencer e imprenditrice imputata insieme ad altre due persone. Il risarcimento, stimato in circa 500 euro, porterebbe la donna a revocare formalmente la propria istanza alla prossima udienza fissata per il 4 novembre. I legali della 76enne hanno spiegato che la loro assistita "voleva fare beneficenza" e che "ad aprile si è resa conto di quello che era successo, che la sua beneficenza non era andata a buon fine".
La vicenda ruota attorno alla vendita del Pandoro "Pink Christmas", lanciato come iniziativa benefica e poi finito al centro di un'indagine della Procura di Milano. L'obiettivo della pensionata era di sostenere una causa solidale, ma la campagna di comunicazione associata al dolce è finita sotto accusa per presunte irregolarità sui fondi devoluti in beneficenza.
L'accordo economico tra la donna e l'imprenditrice, se confermato, porterebbe alla chiusura del contenzioso individuale, lasciando però aperto il procedimento principale. Per la 76enne si tratterebbe di un ristoro simbolico, coerente con il danno quantificato inizialmente in circa 500 euro.
Alla prossima udienza predibattimentale, il giudice dovrà prendere atto della revoca della parte civile e valutare le altre richieste presentate da due associazioni di consumatori, che hanno chiesto di essere ammesse come parti lese. In quella sede, si discuterà anche l'eventuale ammissione dei riti alternativi, con la possibilità che l'influencer decida per un rito abbreviato, scelta che comporterebbe un processo più rapido e una riduzione della pena in caso di condanna.
Il procedimento riguarda anche le cosiddette "uova di Pasqua", un secondo filone legato a un'altra iniziativa promozionale con finalità benefiche. L'inchiesta ha coinvolto tre imputati, tra cui Chiara Ferragni, che ha sempre ribadito la propria estraneità ai reati contestati e la trasparenza delle sue attività imprenditoriali.
Nel caso in cui si proceda con il rito abbreviato, sono già state indicate due date chiave: 25 novembre e 19 dicembre, che potrebbero segnare la chiusura della fase dibattimentale. La sentenza potrebbe arrivare già a gennaio del 2026.