Le immagini della taverna di casa Poggi
© Tgcom24 | La taverna di casa Poggi a Garlasco - Tgcom24
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Andrea Sempio dichiarò di frequentare la taverna per recuperare giochi da tavolo. Le foto mostrano cosa c'era in quell'ambiente
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Immagini presenti nel fascicolo di inchiesta riaccendono i riflettori su uno degli ambienti più discussi nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. La taverna della villetta di via Pascoli, sulle cui scale fu rinvenuto il corpo della giovane, è al centro delle dichiarazioni rese da Andrea Sempio, attuale indagato. Secondo la sua versione, frequentava spesso quel locale per recuperare giochi da tavolo. Le foto in possesso di Tgcom24 sembrano confermare il racconto. Ma lasciano aperta la porta ad un altro dubbio: Sempio e Marco Poggi nel 2007 dichiararono di incontrarsi per giocare al pc e alla playstation e nessuno dei due dispositivi si trovava invece nella taverna.
Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, ha sempre sostenuto di conoscere bene gli spazi della villetta e che si recava spesso nella taverna per accedere ai giochi, in particolare alla PlayStation e ad altri passatempi condivisi con Marco Poggi. Durante le nuove indagini, la difesa ha ribadito che “ha frequentato ogni angolo della casa, tranne la camera da letto dei genitori”, e che la presenza di una sua impronta palmare su una parete in fondo alle scale della taverna è compatibile con quella consuetudine.
Le immagini, scattate all’interno della casa dopo il delitto e presenti nel fascicolo dell'inchiesta sin dal 2007, mostrano chiaramente una serie di giochi da tavolo riposti nella taverna, confermando quanto sostenuto da Sempio. Titoli noti, scatole colorate e un ordine che fa pensare a un utilizzo frequente di quello spazio come area ricreativa. Tuttavia, un’osservazione più attenta rivela un’assenza che apre interrogativi.
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La taverna è già stata al centro delle attenzioni investigative: è lì che il corpo di Chiara Poggi fu scoperto, ed è lì che venne repertata l’impronta attribuita a Sempio. La recente riapertura del caso da parte della Procura di Pavia mira a chiarire ogni incongruenza, anche attraverso nuove tecnologie e consulenze scientifiche. Ora, le immagini e la collocazione degli oggetti potrebbero contribuire a rafforzare o indebolire versioni già rilasciate, in un contesto dove ogni dettaglio – anche una scatola di giochi – può fare la differenza.