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Campi Flegrei (Napoli), continuano le scosse di terremoto: le cause e gli scenari possibili

Ingv: "Sismicità in aumento, non vediamo la fine"

Terremoto, cosa sono e come si sono formati i Campi Flegrei

Continuano le scosse di terremoto nei Campi Flegrei (Napoli).

Per il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni, "la nostra preoccupazione è legata sia alla sismicità, sia al fatto che queste temperature in particolari località potrebbero dare origine a piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni".

 

Le cause dell'attività sismica

 "Considerato che negli ultimi mesi la sismicità non fa altro che aumentare, in questo momento non vediamo la fine - ha spiegato Doglioni in audizione alla Camera a fine settembre - Può darsi che arrivi rapidamente come può darsi che invece l'evoluzione possa essere ancora più dirompente". Secondo Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell'Istituto, "l'attività sismica è direttamente collegata al sollevamento del terreno. Fino a che ci sarà sollevamento ci sarà sismicità, ma non possiamo sapere di quale intensità possano avvenire le scosse".

 

 

La sismicità e la risalita dei gas

 Secondo un aggiornamento pubblicato a settembre sul sito dell'Ingv, a causare il sollevamento del suolo e la sismicità nella zona è  la forte risalita di gas e un aumento della pressione nelle acque che si trovano in profondità, nel sottosuolo. Da millenni l'area dei Campi Flegrei è caratterizzata da un'intensa attività sismica e a testimoniarlo sono i tanti periodi di sismicità e sollevamenti del terreno, come nel 1969-72, nel 82-84 e ora con una nuova fase iniziata nel 2005 che ha portato a un sollevamento graduale del terreno di 113 centimetri e di attività  sismica con eventi di rilievo.

 

I due scenari possibili

  Doglioni ha chiarito che due sono gli scenari possibili che si delineano sull'evoluzione della situazione: il migliore è che la crisi del bradisismo in corso termini, come era accaduto nel 1983-84, il peggiore è un'eruzione simile a quella del 1538. Si tratta, ha precisato, di "un'evoluzione che non conosciamo e che monitoriamo". 

 

 

Nel 1538 la più recente eruzione dei Campi Flegrei

 "Al momento - ha detto - lo scenario più critico è un'eruzione come quella del Monte Nuovo", che risale al 1538, la più recente tra le oltre 70 eruzioni esplosive avvenute nei Campi Flegrei. Si tratta di un evento molto diverso da quello avvenuto 39mila anni fa, quando l'eruzione liberò oltre 400 metri cubi di materiale.  Nel caso di un'eruzione "non sappiamo né quando né dove potrebbe avvenire. E, per quanto piccola, provocherebbe un disagio sociale". E comunque "è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo". 

 

Leggi anche (aggiornamento del 16 ottobre 2023): Terremoto Campi Flegrei, prosegue lo sciame sismico: rilevate 8 scosse, avvertite anche a Napoli

 

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