"Nessuno mi ridarà mia figlia, spero che chi l'ha investita si penta", aggiunge Eddy Cagliani, travolto dal dolore per la perdita della 21enne investita con l'amica del cuore Milena
"Questo signore può essere espulso, può andare in galera, può risarcirmi. Mi possono coprire d'oro fino al tetto, non me ne frega niente. Io voglio la mia bambina. E quello non si può. Mi auguro almeno che quel poveretto abbia la coscienza di pentirsi. Non lo odio, tanto la mia vita è segnata". Non ha più lacrime Eddy Cagliani, il padre di Giorgia, la 21enne di Paderno d'Adda travolta e uccisa con l'amica Milena mentre camminava lungo il ciglio della strada a Brivio (Lecco). Doveva raggiungere la festa del paese, ma a mezzanotte i carabinieri hanno bussato alla porta di casa per comunicare alla famiglia di raggiungere il pronto soccorso dell'ospedale di Merate. Lì a papà Eddy è stato comunicato che le due ragazze erano morte sul colpo.
"Non voglio nemmeno vedere dov'è successo. Io da quella strada non passo più", continua a La Repubblica il padre di Giorgia. Di lei fa un breve ritratto: "Le piaceva stare in mezzo alla gente. Appassionata di tutto. Voleva andare in gita con mia moglie a Padova, vedere la Cappella degli Scrovegni e l'università per la specialistica. Parlava di Erasmus, di tante cose che non potrà più fare. Si era appena messa d'accordo per fare la tesi in Diritto internazionale sugli articoli 4 e 5 della Nato. Aveva vinto la borsa di studio per i buoni voti. Non ho fatto a tempo a comprarle le scarpe che voleva".
Giorgia giocava anche a pallavolo da centrale e altrettanto straziante è stato il ricordo della società Volley Besanese sui suoi profili social. "Era molto più di una semplice atleta: era una ragazza solare, sempre con il sorriso sulle labbra, generosa e disponibile con tutte le sue compagne. Non si tirava mai indietro quando c’era da aiutare, in campo e fuori, e con la sua energia positiva riusciva a rendere speciale ogni momento trascorso insieme. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerla. Giorgia vivrà per sempre nei nostri ricordi, nel nostro cuore e nella storia della nostra squadra".
Il pensiero del padre, infine, va agli ultimi momenti passati con la famiglia prima della tragedia. "Cena tutti insieme, - ricorda a La Repubblica, - una pizza fatta in casa, poi sono venuto qui al bar dove ogni tanto Giorgia dava una mano: non aveva la Coca Cola e io per la mia bambina, i miei bambini, faccio di tutto e sono andato a prenderla. Poi si è pettinata, mezz'ora per scegliere un vestito perché la precisione ci vuole anche per andare alla festa di Brivio. Ci ha salutato ed è scesa".
A mezzanotte il citofono e la corsa in ospedale per fare la tragica scoperta. "La maledizione dei Cagliani continua", conclude l'uomo che ricorda così anche la morte del padre Giorgio, deceduto in un incidente sul lavoro quando lui aveva 12 anni.