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Autovelox, braccio di ferro tra il ministero e i Comuni | Multe a rischio annullamento

Entro il 12 giugno i dispositivi vanno omologati, ma manca il decreto per poterlo fare: dopo quella data potrebbero essere spenti

01 Mag 2025 - 09:52
 © da-video

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Tra il ministro dei trasporti, Matteo Salvini, e l'Anci, l'associazione dei Comuni, è muro contro muro sugli autovelox. Un tema da sempre bollente, che anche in tempi recenti ha coinvolto i sindaci, accusati in molti casi di usare i dispositivi per fare cassa sulle spalle degli automobilisti. A marzo era stato inviato a Bruxelles lo schema di un decreto-sanatoria per chiudere i contenziosi riconoscendo l'omologazione dei dispositivi. Ma dopo le polemiche era stato ritirato dal governo.

Nel frattempo il ministero ha chiesto all'Anci "numeri certi" sul censimento di autovelox fissi e mobili, "riconducibili ai decreti di approvazione pre e post 2017" (spartiacque sull'omologazione degli apparecchi e quindi sul loro possibile utilizzo). In tutto questo, il problema è che bisogna correre ai ripari entro il 12 giugno: un decreto del 2024, infatti, stabilisce che entro quella data i misuratori di velocità debbano essere preceduti da cartelli e che la taratura sia annuale e certificata. Ma senza un decreto di omologazione (che per la verità manca da 33 anni), la taratura non può essere certificata. E quindi il rischio è che alla fatidica data del 12 giugno gli autovelox di tutta Italia debbano essere spenti. E che le multe elevate finora possano essere contestate e annullate.

Da qui la richiesta del ministero all'Anci di fornire i dati sugli autovelox installati "per poter riavviare il procedimento relativo all'adozione del decreto interministeriale sulle regole di omologazione". Dai Comuni, però, sono arrivati non numeri ma percentuali: il 59,4% di dispositivi fissi validati prima del 2017 e il 40,6% successivi a quell'anno; per quelli mobili il dato si attesta a un 67,2% approvati prima del 2017 e a un 32,8% successivi.

Una risposta che non ha soddisfatto il Mit, che ha nuovamente sollecitato i sindaci a fornire "non una percentuale ma un numero chiaro e inequivocabile", vale a dire "quanti sono gli autovelox e dove sono installati". Immediata la controreplica dell'Anci, secondo cui i dati "sono affidabili" perché "la ricognizione è stata effettuata su 1.000 comuni rappresentativi a livello nazionale".

L'associazione dei Comuni ha comunque chiarito che "provvederà a sollecitare ulteriormente gli altri Comuni", ribadendo però "che i numeri ricavati dalla ricognizione sono già affidabili. Attendiamo di continuare il confronto per arrivare alla formulazione delle indicazioni che i Comuni aspettano". Ma per ora tra i sindaci e Salvini resta una situazione di stallo.

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