Willy, Gabriele Bianchi in aula: "Non l'ho ucciso io, capisco il dolore della famiglia"
"Non sono un assassino, non sono un uomo senz'anima. Non ho colpito Willy e so che voi lo accerterete", ha aggiunto
Gabriele Bianchi, condannato in primo grado all'ergastolo assieme al fratello Marco per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso a Colleferro nel settembre del 2020 durante un pestaggio, ha riferito in aula, nel corso di dichiarazioni spontanee nell'ambito del processo di secondo grado, che "sento dentro di me un peso per quello che è successo.
Non sono un assassino, non sono un uomo senz'anima". "Non ho colpito Willy e so che voi lo accerterete. Io dovrò rispondere solo per ciò che ho fatto e forse anche per essere andato lì", ha aggiunto davanti ai giudici della Corte d'Assise d'Appello di Roma.
"Non è facile parlare di un ragazzo che non c'è più. Non è vero che non ho mai parlato del dolore della famiglia. Mi sono inginocchiato e ho chiesto scusa", ha sottolineato Bianchi.
"Mi hanno dato l'ergastolo perché dicono che ho dato colpi. Non è vero. Non sono un pazzo omicida. Siamo andati perché chiamati e richiamati dagli amici, ma è stato un errore. In carcere ho rivisto quegli attimi e ho capito il dolore della famiglia" di Willy. "Ora che sono padre anche io so cosa significa: senza verità non c'è giustizia", ha concluso.
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