Erano state depositate presso un notaio emiliano le ultime volontà di Marco e Maria Teresa Steffenoni, trovati morti dopo mesi da un gruppo di esploratori urbani: amanti della natura, in vita avevano scelto l'autoisolamento
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La grande villa padronale, che si trova un una zona collinare isolata tra Verona e Negrar di Valpolicella, e tutti i loro beni andranno al Wwf. Queste le ultime volontà dei coniugi trovati mummificati nella loro casa di Monte Ricco a metà marzo. Volontà messe nere su bianco in un testamento che è stato ritrovato e aperto. Mentre un fratello si fa ora avanti per le esequie, dopo che i resti per un mese non erano stati reclamati da nessun famigliare, perché la coppia viveva in un isolamento autoimposto. A riferire gli ultimi aggiornamenti sul caso di Marco e Maria Teresa Steffenoni, 75 e 76 anni, è Il Corriere della Sera.
Nelle ultime ore ha rivendicato i corpi dei coniugi trovati mummificati nella loro villa veronese il fratello di Marco Steffenoni, Paolo, che a Il Corriere precisa: "Mio fratello e sua moglie non sono stati dimenticati, avevano scelto l'isolamento, lo rispettiamo. Sono l'unico parente stretto di Marco e mi sono attivato per garantire a lui e Maria Teresa una degna sepoltura. Prima però bisognava capire quali fossero le loro ultime volontà".
E' il Wwf, dunque, l'erede universale dei coniugi, scoperti dopo mesi dal decesso da un gruppo di urbex, giovani esploratori di case abbandonate che diffondono le loro avventure via social.
"Marco e Maria Teresa - ricorda il fratello di lui, Paolo, a Il Corriere - erano amanti della natura e degli animali e soci del Wwf da almeno gli anni Ottanta. Quando ho saputo della morte di mio fratello la polizia mortuaria di Verona mi ha dato qualche buon consiglio per capire se esistessero delle volontà testamentarie. Ho scoperto che il testamento era in mano a un notaio emiliano. E che entrambi hanno espresso il desiderio di destinare l'intero patrimonio al Wwf".