Il 39enne Vladimir Radu è intervenuto per proteggere il figlio adolescente. Colpito al volto, è morto per emorragia cerebrale. Arrestato l’aggressore 24enne
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Una lite tra un adolescente e un adulto è degenerata in tragedia all'uscita di una discoteca a Mestre. Vladimir Radu, 39enne di origine moldava, è intervenuto per difendere il figlio di 14 anni durante un alterco con un 24enne. L'uomo è stato colpito con un pugno al volto e ha riportato un'emorragia cerebrale fatale. Il responsabile, anch'egli moldavo, è stato arrestato.
Il dramma si è consumato il 21 giugno nel parcheggio dell'Area City, una delle discoteche più frequentate della zona. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell'ordine, il figlio di Vladimir Radu stava litigando con un altro giovane all'uscita del locale. Le parole si sono fatte sempre più accese finché, per difendere il ragazzo, il padre è intervenuto cercando di calmare la situazione. In quel momento, uno dei presenti - visibilmente alterato - si è scagliato contro l'uomo. Dopo una breve colluttazione, gli ha sferrato un pugno in pieno volto. Radu è caduto a terra, perdendo conoscenza.
Radu, residente a Noale, è stato soccorso e trasportato all'ospedale dell'Angelo di Mestre. Per alcuni giorni è rimasto ricoverato in gravi condizioni. Il colpo aveva causato una grave emorragia cerebrale. Nonostante gli sforzi dei medici, l'uomo è deceduto il 23 giugno, due giorni dopo l'aggressione. Padre di famiglia e conosciuto nel quartiere, la notizia della sua morte ha scosso la comunità locale. In tanti lo descrivono come un uomo tranquillo, molto legato ai figli.
Le indagini, coordinate dalla procura di Venezia, hanno portato in breve tempo all'identificazione dell'aggressore. Si tratta di un giovane moldavo di 24 anni, già noto per episodi di violenza. Dopo l'aggressione, aveva tentato di soccorrere la vittima, ma poi si era allontanato frettolosamente. Grazie alle telecamere di sorveglianza e ai controlli negli aeroporti, il ragazzo è stato rintracciato e fermato a inizio luglio. Il giudice ha disposto per lui l'obbligo di dimora nel comune di Spinea e il divieto di uscire tra le 20 e le 7 del mattino. L'accusa è di omicidio preterintenzionale, poiché il colpo non era mirato a uccidere, ma ha causato una morte tragica e inaspettata.