bocca di rosa

Venezia, le lavoratrici del sesso occupano una chiesa: ma il Patriarcato e i fedeli protestano

Non è passata inosservata l'occupazione di un edificio sacro quello di San Nicola da Tolentino, detta dei Tolentini, nel sestiere di Santa Croce, che lunedì ha fatto da sfondo al flash mob coordinato dal Comitato per i Diritti civili delle prostitute in collaborazione con European sex worker's rights alliance

03 Giu 2025 - 10:48
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Non si è fatta attendere la reazione della chiesa veneziana all'occupazione di un edificio sacro, quello di San Nicola da Tolentino, detta dei Tolentini, nel sestiere di Santa Croce, che lunedì ha fatto da sfondo al flash mob coordinato dal Comitato per i Diritti civili delle prostitute in collaborazione con European sex worker's rights alliance. Tra canti dai testi irriverenti e look poco consoni al luogo, fino alla lettura di passi del Vangelo di Luca con richiami al perdono dei peccati a chi ha tanto amato e a un riferimento al momento dell'Eucaristica in questo caso sul sagrato spezzando una laica pagnotta e recitando la tradizionale formula "questo è il mio corpo", la giornata ha lasciato a molti fedeli l'amaro in bocca.

Il tutto nel ricordo della mattina del 2 giugno 1975, quando un centinaio di "filles de joie" francesi decisero di occupare la chiesa di Saint-Nizier a Lione, per opporsi alle pressioni delle forze dell'ordine cui esse si ritenevano sottoposte.

A 50 anni da quell'iniziativa, riporta il Gazzettino, Venezia si è così trasformata nel palcoscenico di una mobilitazione nazionale attraverso il movimento "delle maddalene", che ha voluto accendere i riflettori sui diritti e sulle emergenze che ancora circondano il mondo delle prostitute. Dura la replica del direttore delle comunicazioni sociali del Patriarcato, don Marco Zane. "Con stupore e vero dispiacere si è assistito all'interno e all'esterno di un luogo sacro a scene in cui sono stati strumentalizzati alcuni passi del Vangelo. Ed è stato distorto in modo offensivo e blasfemo il senso del sacramento dell'Eucaristia". L'invito, si legge a conclusione della nota, è ad "una preghiera riparatrice". "Condanno e mi dissocio nella maniera più assoluta da quanto accaduto".

"Non era stato concordato nulla, eravamo all'oscuro di tutto. Forse sarebbe stato il caso di chiamare la Polizia, ma alla fine non è stato fatto per non ingigantire ulteriormente la cosa. Certo, la chiesa è la casa di tutti e proprio in quanto tale va rispettata e chi vi accede si deve comportare in modo educato", rimarca padre Magrino. "Il buonsenso richiama la buona educazione. Una persona educata sa quando ci si deve fermare e sa rispettare le norme per una sana convivenza".

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