La presidente del Comitato per i diritti civili delle Prostitute: "Poche donne denunciano, le app aiutano ma non bastano".
di Micaela Nasca© -afp
"Ogni giorno lavoriamo in situazioni di precarietà, insicurezza senza essere in grado di poterci difendere. La solitudine è lo stigma che ci condanna. Ed è pericoloso per le nostre vite". Pia Covre è la presidente del Comitato per i diritti civili delle Prostitute. Si occupa da sempre di diritti delle persone sex worker e di programmi per la salute sessuale
A Legnano, una donna trovata morta accoltellata. Dal 15 maggio non si sa più niente di Maria Denisa Adas, sparita a Prato. Entrambe escort, entrambe forse vittime dei loro clienti. Vede una violenza crescente per chi svolge lavori sessuali e quali sono gli strumenti che si hanno a disposizione per sfuggire ai pericoli?
"C'è una violenza incredibile contro le donne in generale in questo periodo. Sono molto colpita da questi recenti fatti di cronaca e atterrita dalla situazione in cui siamo costrette. Il problema è che il sistema impone che escort e prostitute lavorino in condizioni di precarietà, insicurezza, solitudine. Non è possibile che veniamo lasciate e obbligate a stare isolate. Noi dovremmo autoderminarci, auto-organizzarci e autodifenderci. Non funzionano leggi sulla sicurezza, la stretta sui reati, lo vediamo con la violenza crescente che riguarda, purtroppo, tutte le donne. In Italia, la prostituzione non è di per sé illegale ma per come è regolamentata espone le donne ai pericoli
Vi sentite sole e senza possibilità di difendervi, cosa chiedete?
"Chiediamo che si decriminalizzi il lavoro sessuale a partire dalla depenalizzazione del favoreggiamento che ci costringe a essere isolate. Lo chiediamo da quarant'anni. Il favoreggiamento non può essere reato. Lo sfruttamento è una cosa e il favoreggiamento è un'altra. Favorire vuole dire dare aiuto, sostegno, fare rete. Fare del favoreggiamento un reato costringe le donne a isolarsi a lavorare da sole con tutti i pericoli che incontrano. Se io sono obbligata a lavorare da sola perché mettermi insieme in comunità, lavorare in una casa con altri è considerato favoreggiamento e quindi si va in galera, resto sola, costretta alla precarietà, insicurezza e senza nessuno che mi controlli e mi aiuti. Il favoreggiamento non può più essere un reato".
C'è differenza dal punto di vista della sicurezza tra chi svolge attività di escort e prostituzione?
"Una donna è sempre in pericolo non c'è alcuna differenza. Le donne sono in pericolo sono sole non hanno appartamenti dove andare. E' difficile trovare case e luoghi sicuri. Quando subiamo un'aggressione, quando non finisce come in questi casi con persone uccise o scomparse, veniamo comunque allontanate con i fogli di via o Daspo - dicono per proteggerci- ma intanto allontanano noi non ci chi minaccia. Noi siamo soggette a Daspo e ordinanze repressive e ci mandano via con facilità appena veniamo coinvolte in piccole questioni anche banali".
Ma quante sono le donne che denunciano le violenze subite o le intimidazioni?
"Sono poche, chiaramente. Se non ho tutto in regola non sposso denunciare: pensi a quante donne immigrate non hanno tutti i documenti e rischiano di essere rispedite a casa. Mi è capitato recentemente di una donna che ha subito violenze ed è stata aggredita brutalmente: ha denunciato alla polizia ed è stata a sua volta denunciata perché non era tutto in regola. E chiaro che sono pochissime le donne che si rivolgono alle forze dell'ordine"
Le donne riescono a "fare rete" attraverso app o chat private? A scambiarsi informazioni utili per evitare qualche cliente violento?
"Italia qualche app esiste, ma c'è davvero poco. Anche in chat le ragazze riescono a socializzare e a fare rete e segnalare casi rischi. E comunque internet è un'opportunità ma può rappresentare anche un pericolo. Sono strumenti rapidi e comodi ma insufficienti e non dobbiamo pensare che risolvano i problema"
Qual è il suo lavoro quotidiano a sostegno dei diritti delle prostitute?
"Noi da 25 anni abbiamo un progetto anti tratta, gestiamo case accoglienza e offriamo ascolto e supporto. Abbiamo anche a disposizione uno sportello per dare informazioni a chisvolge attività sessuali".
Cercate più sostegno dallo Stato?
"Lo Stato e la politica non riesce mai a realizzare qualcosa. Ogni volta che si progettano politiche sul reato sessuale non si arriva a niente in Italia".
E sul fronte del fisco: prostituzione ed escort hanno il proprio codice Ateco, le risulta?
"Siamo costrette a lavorare in situazione di precarietà e pericolo. E dovremmo anche pagare le tasse? "