"Metodi disciplinari severi e punitivi"

Treviso, i genitori dell'alunno rimproverato dalla maestra perché "stufa di correggere errori": "Terrorizzato dall'andare a scuola"

La mamma del bambino ha anche detto che, per provare a risolvere la situazione, si è recata dai carabinieri

09 Giu 2025 - 15:15
 © Dal Web

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Emergono nuovi dettagli sul caso della maestra di una scuola primaria paritaria della provincia di Treviso che ha rimproverato un alunno perché "stufa di correggere errori" nei compiti, dicendogli: "Se continui così per me puoi pure stare a casa". Come riporta il Corriere del Veneto, i genitori hanno raccontato che il bambino di quinta elementare era "sempre più scosso e terrorizzato dall'andare a scuola per l'atteggiamento discriminatorio e punitivo della maestra". La madre e il padre dell'alunno hanno parlato di "metodi disciplinari severi e punitivi che hanno generato grave disagio in nostro figlio". 

"Ciò che va avanti da troppo tempo è il profondo disagio psicosomatico vissuto da nostro figlio: episodi ricorrenti di vomito, diarrea e mal di stomaco prima di andare a scuola, sintomi che, secondo il parere della pediatra, indicano un evidente disagio emotivo legato all'ambiente scolastico. Tant'è che la stessa pediatra ci ha suggerito un percorso di supporto in un centro per l'età evolutiva, volto a offrire al bambino uno spazio di ascolto e terapia di dialogo per alleviare il suo malessere. A tale scopo abbiamo già calendarizzato delle visite programmate di colloqui psicoterapici per ristabilire sicurezza nell'autostima, fiducia nell'insegnamento, con test per DSA", hanno spiegato i genitori del bambino. 

"Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un progressivo aumento della sua ansia e della sua paura, alimentate dagli atteggiamenti vessatori della docente, che lo ha ripetutamente minacciato di escluderlo dalla gita scolastica e dal saggio di fine anno. La situazione è diventata per noi inaccettabile quando, oltre a leggere l'ennesima nota scritta in modo inappropriato, abbiamo appreso da diverse testimonianze di altri bambini, che nostro figlio era stato costretto a rimanere in piedi fuori dall'aula per due ore consecutive durante la lezione, appoggiato al muro, subendo un'umiliazione inaccettabile. Di fronte a questi fatti di reiterata mortificazione verso nostro figlio e che ci hanno seriamente preoccupato per l'andamento della sua salute, abbiamo scelto di intervenire con determinazione come genitori, anche in forza del fatto che le nostre istanze erano state, in più occasioni, minimizzate durante il colloquio avuto con la dirigenza dell'istituto", hanno aggiunto, per poi sottolineare di aver formalizzato le segnalazioni alla scuola il 13 maggio 2025 "con una comunicazione epistolare via e-mail, sia alla direzione scolastica locale trevigiana, che alla direzione centrale di Roma dell'istituto, portando a conoscenza il problema che da mesi coinvolge nostro figlio e il trattamento che gli veniva riservato. Lo stesso giorno la scuola ci ha risposto per iscritto, sostanzialmente precisando che 'le azioni correttive adottate non mirano a svalutare il bambino ma a stimolarlo'". 

Sarebbe stato poi concordato un incontro per mercoledì 14 maggio 2025 "e siamo stati ricevuti in sede dalla dirigenza scolastica locale". Dopo il colloquio, hanno concluso i genitori, "abbiamo riscontrato un improvviso cambio di atteggiamento da parte della maestra". 

Prima di allora, per provare a risolvere la situazione, la mamma del bambino si sarebbe anche recata dai carabinieri. "La sera del 12 maggio 2025, mi sono recata personalmente alla stazione dei carabinieri di Castelfranco Veneto per un colloquio informativo e per chiedere un consiglio sul percorso più idoneo per far sì che mio figlio potesse tornare serenamente in classe senza timori", ha dichiarato la mamma.   

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