Morì sfuggendo a uno stupro, l'imputato: "Sono innocente, lei si buttò perché era drogata"
"Martina non ci stava con la testa, avevamo fumato una canna", ha detto Alessandro Albertoni al processo di appello per la morte della ventenne a Palma di Maiorca
"Avevamo fumato una canna, Martina non sapeva dove si trovasse né cosa stesse facendo, non ci stava di testa". Lo ha detto uno degli imputati, Alessandro Albertoni, in dichiarazioni spontanee al processo di appello per la morte in vacanza a Palma di Maiorca di Martina Rossi. Albertoni è imputato con Luca Vanneschi per tentata violenza sessuale. Per Albertoni Martina si sarebbe buttata dal terrazzo dell'hotel poiché in stato confusionale.
Albertoni ha precisato come in quel momento fosse andato a chiamare le amiche della ragazza che alloggiavano nello stesso albergo perché preoccupato per le sue condizioni di salute. "Il rimorso - ha detto alla Corte - è che se fossi rimasto lì non le sarebbe successo niente". Anche Vanneschi ha rilasciato brevi dichiarazioni spontanee davanti ai giudici, ribadendo la sua innocenza.
La questione della prescrizione In primo grado i due imputati erano stati condannati dal tribunale di Arezzo a sei anni per tentata violenza sessuale e per aver causato morte in conseguenza di altro delitto: quest'ultimo reato si è poi estinto per intervenuta prescrizione. Le udienze del processo d'appello sono state anticipate, per evitare che anche l'altro capo di imputazione rischiasse la prescrizione.
Il processo prosegue: udienza l'11 marzo La Corte d'appello di Firenze ha deciso che il processo proseguirà l'11 marzo e potrebbero esserci anche altre udienze. I legali degli imputati hanno chiesto l'assoluzione, ma hanno anche chiesto la riapertura dell'istruttoria. Inoltre, ci sono da trascrivere le dichiarazioni spontanee rese da Albertoni e Vanneschi. Per questo la Corte ha fissato la nuova udienza dell'11 marzo: allora si saprà se sarà riaperta l'istruttoria oppure no, con l'eventualità di ulteriori udienze.
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