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Tornado, ecco perché in Italia non sono più eventi rari: le zone a rischio

Uno studio del Cnr ha calcolato oltre 440 tornado di alta intensità dal 1990 al 2021. Tra le Regioni più a rischio Lazio, Puglia e Calabria

iberpress

Li abbiamo sempre visti sugli schermi delle nostre tv abbattersi sulle coste dei Caraibi o sulle città della Florida, ma i tornado ci riguardano più di quanto immaginiamo.

Una ricerca condotta dall'Istituto di Scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isac) e basato su 32 anni di dati ha dimostrato che si tratta di eventi atmosferici tutt'altro che rari anche nell'area del Mediterraneo.

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Le aree più colpite - Sono soprattutto le regioni dell'Italia centrale che si affacciano sul Mar Tirreno a essere a maggior rischio tornado. Tra tutte, il Lazio è al primo posto, seguito da Puglia e Calabria, ma le probabilità che si verifichino questi eventi non sono così irrilevanti nemmeno nell'area della Pianura Padana. La ricerca, che ha preso in esame il periodo compreso tra il 1990 e il 2021, ha identificato 445 tornado di alta intensità avvenuti in Italia negli oltre trent'anni considerati: i risultati - pubblicati sulla rivista Atmospheric Reasearch - hanno permesso di individuare i primi strumenti utili a prevenire eventi simili in futuro.

 

Il Lazio al primo posto - "Le regioni centrali tirreniche Italiane possono essere definite un hot-spot per i tornado nell'area mediterranea", spiegano l'autore della ricerca Elio Avolio e il collega Mario Marcello Miglietta. Proprio su un tornado che ha colpito le coste del Lazio il 28 luglio 2019 si sono concentrati i recarcatori, che hanno potuto ricostruire la situazione meteorologica generale da cui si originano i tornado nelle aree del Mar Mediterraneo. 

 

Perché i tornado sono sempre più frequenti - "L'intensificazione di tali fenomeni, nel corso degli anni, è condizionata anche dal cambiamento climatico in atto, essendo confermato che esistono delle forzanti specifiche, come la temperatura superficiale del mare, con un ruolo importante nello sviluppo di tali eventi", commenta Avolio. 

 

Le cause - Tra le condizioni che favoriscono la formazione di tornado - spiega la ricerca - c'è l'incontrarsi della bassa pressione presente sull'Italia nord-occidentale, sia in quota che in superficie, con venti al suolo sud-occidentali in grado di trasportare aria più calda della media verso le regioni colpite. "I risultati hanno mostrato come sia possibile prevedere con successo valori elevati di specifici indicatori d'instabilità atmosferica e di convezione profonda tipici dei tornado, nonché di simulare correttamente la struttura delle celle convettive responsabili della genesi di tali eventi", osserva Avolio.

 

Come anticiparli - "Il risultato - conclude - pone l'accento sull'importanza di un sistema meteorologico integrato modellistico-osservativo dedicato al monitoraggio e alla previsione operativa di tali fenomeni intensi". 

 

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