Andrea Cavallari ancora in fuga

Strage di Corinaldo, l'evaso scatena la rabbia dei parenti delle vittime: "Perché non era scortato?"

Si sentono presi in giro i famigliari di Benedetta Vitali ed Eleonora Girolimini, due dei sei morti deceduti nella calca della discoteca Lanterna Azzurra nel dicembre 2018

07 Lug 2025 - 09:02
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Mentre sono in corso le verifiche da parte del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) su come sia stato possibile che Andrea Cavallari, 26 anni, uno dei componenti della banda dello spray condannato a 11 anni e 10 mesi in via definitiva per la strage di Corinaldo (Ancona) dell'8 dicembre 2018, abbia fatto perdere le sue tracce dopo il permesso per laurearsi all'Università di Bologna, si scatena la rabbia dei parenti delle sei vittime. "Perché Cavallari era senza scorta? Mi sento preso in giro", commenta Francesco Vitali, fratello di Benedetta, 15 anni, a Il Resto del Carlino. E su La Repubblica gli fa eco Paolo Curi, che nella calca scatenata dalla tentata rapina all'interno della Lanterna Azzurra ha perso la moglie Eleonora Girolimini: "Lei è morta per colpa sua e lui non si è pentito: andava sorvegliato".

"Non si è pentito, andava sorvegliato"

 "La fuga di Andrea Cavallari per noi famiglie delle vittime di Corinaldo è un ulteriore schiaffo in una vicenda senza giustizia. Quei criminali della banda dello spray non si sono mai pentiti", sottolinea Curi sempre a La Repubblica. "Come è stato possibile che Cavallari sia potuto andare all'università senza la scorta delle guardie penitenziarie?", incalza.

Paolo Curi la sera dell'8 dicembre 2018, Paolo era con la moglie Eleonora Girolimini e la più grande dei suoi quattro figli, Gemma, 11 anni, al concerto di SferaEbbasta. Eleonora e Gemma furono travolte dalla calca che scappava intossicata dallo spray urticante. Ed Eleonora morì schiacciata dai corpi che cadevano uno sull'altro. "Eleonora era il nostro pilastro - sottolinea. - Avere quattro figli per me è stata una salvezza, non ho potuto permettermi di soccombere al dolore. Pensavo di impazzire. Sono rimasto solo con loro. Io sono soltanto un giardiniere, la loro qualità della vita è molto cambiata. Ma sono meravigliosi e le nostre giornate sono, nonostante tutto, piene di gioia. Eleonora sarebbe contenta di noi".

Corinaldo, arrestata la "banda dello spray"

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"Noi famigliari delle vittime - conclude - siamo ancora senza giustizia: chi ha dato i permessi al locale non ha pagato. Sono rimasti tutti impuniti: i gestori, il titolare, la commissione che ha dato i permessi per trasformare quel locale in discoteca. In parte sono stati assolti, in parte i processi sono in corso. Nessun risarcimento".

"Mi sono sentito preso in giro"

 "Sono sgomento, questa non è una fuga, è una beffa", incalza a Il Resto del Carlino Francesco Vitali, fratello di Benedetta, morta a 15 anni nella discoteca di Corinaldo. "Tutte le sentenze hanno riconosciuto la pericolosità sociale della banda dello spray. Eppure Cavallari ha ottenuto un permesso senza scorta, senza vigilanza. E ora risulta irreperibile, - è lo sfogo. - Qualcosa nel sistema è saltato. Credo nel sistema giuridico, non voglio entrare nel dettaglio, però se è successo questo vuol dire che qualcuno ha sbagliato".

Corinaldo, la tragedia in discoteca l'8 dicembre di due anni fa

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E precisa: "Non sto cercando vendetta. Sto cercando giustizia. La giustizia dovrebbe essere un luogo di conforto per noi, e, invece, è diventata un campo di battaglia". 

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