indaga la procura di roma

Video rubati a Stefano De Martino, si indaga per revenge porn | Nei guai anche tutti coloro che hanno condiviso le immagini

L'attività degli inquirenti si concentra non solo su chi ha materialmente estrapolato il video, poi pubblicato su internet, ma anche sui tantissimi utenti che lo hanno reso condivisibile lasciando anche centinaia di commenti in chat o forum

10 Set 2025 - 10:13
 © Tgcom24

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Proseguono le indagini della Procura di Roma sul video carpito illegalmente dal sistema di videosorveglianza dell'abitazione romana di Caroline Tronelli, fidanzata del conduttore tv Stefano De Martino, in cui compare l'uomo in atteggiamenti intimi insieme alla ragazza. I pm di piazzale Clodio contestano nel procedimento, al momento contro ignoti, anche il reato di revenge porn oltre all'accesso abusivo al sistema informatico. L'attività degli inquirenti si concentra non solo su chi ha materialmente estrapolato il video, poi pubblicato su internet, ma anche sui tantissimi utenti che lo hanno sostanzialmente condiviso, lasciando anche centinaia di commenti in chat o forum. Il procedimento è stato avviato dopo due denunce presentate dal conduttore tv all'inizio del mese scorso.

La nuova fattispecie di reato, che porta l'incartamento all'attenzione del gruppo dei magistrati che si occupa dei reati di genere, rappresenta una svolta importante nell'attività di indagine perché la legge n.69 del 2019, nota come Codice Rosso, va a colpire chi ha condiviso i video finiti in varie piattaforme online.

La vicenda

 Il 9 agosto sul cellulare di De Martino è comparso un messaggio di un suo follower: "Stefano sul web girano video intimi di te con la tua fidanzata". In quel momento il conduttore ha capito che qualcuno aveva violato la sua privacy, era riuscito a mettere le mani sui video a circuito chiuso dell'abitazione della sua fidanzata, riversando le immagini sulla rete. Il giorno successivo, De Martino e la fidanzata che si trovavano in Costa Smeralda per trascorrere una breve vacanza, si sono recati al commissariato di Polizia di Porto Cervo (Sassari) per denunciare quanto avvenuto. L'intervento della Garante della Privacy ne ha arginato la diffusione, rendendo non visibile il filmato, che però era stato già scaricato da alcuni utenti e pubblicato su alcune chat di programmi di messaggistica istantanea.

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