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Sardegna, si fanno un video mentre pescano in area protetta e lo postano su Tik Tok: esposto in Procura

Dopo la pesca illegale, i due ragazzi si sono anche filmati mentre vendono il pescato in un ristorante di Alghero: tutto in nero

Sardegna, si riprendono mentre pescano in area protetta e lo postano su Tik Tok: esposto in Procura

I protagonisti del video, un tiktoker e un suo giovane amico, entrambi apneisti, sono infatti finiti nei guai dopo essersi ripresi - e aver messo sul social le immagini - mentre pescavano delle enormi cernie nella zona di Capo Caccia, ad Alghero (Sassari). Quello però che i due ragazzi probabilmente ignoravano era di star pescando in n'area protetta. Ma questo non è l'unico reato che i due giovani hanno documentato nel loro video.

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Doveva essere un filmato come tanti per raccontare il primo giorno di vacanza "coast to coast" in Sardegna, ma si è trasformato nella prova di un reato, anzi più di uno.

I protagonisti del video, un tiktoker e un suo giovane amico, entrambi apneisti, sono infatti finiti nei guai dopo essersi ripresi - e aver messo sul social le immagini - mentre pescavano delle enormi cernie nella zona di Capo Caccia, ad Alghero (Sassari). Quello però che i due ragazzi ignoravano era di star pescando in un'area protetta. Ma questo non è l'unico reato che hanno compiuto e la procura di Sassari ha presentato un esposto.

Il video "autogol" - "Stiamo andando in un posto, raga, dove non c'è veramente nessuno", racconta il tiktoker nel filmato ancora presente su Facebook e diventato virale con quasi 90mila visualizzazioni. Il contenuto è stato infatti rilanciato dal gruppo "Roba da apneisti Spearfiscing & Freediving", al quale i due incauti "pseudopescatori" - così li chiama la pagina Facebook - lo avevano inviato per testimoniare la "miracolosa pesca". Nel video si vede uno dei due ragazzi immergersi e pescare delle enormi cernie, stando al tiktoker, dal peso complessivo di 22 kg. "Faccio questo sport da quando avevo 13 anni e questo è in assoluto il pesce più bello che abbia mai pescato", commenta il giovane, che, non soddisfatto, ha anche chiamato il padre in diretta, rendendo visibile a tutti il suo numero.

 

"Pescato e mangiato" - I due ragazzi, conclusa l'impresa, sono andati in giro per i ristoranti di Alghero alla ricerca di qualcuno che fosse disposto a comprare il "pescato" e a cucinarglielo per cena. "Al quarto tentativo - dice il ragazzo - missione compiuta. Ci siamo fatti 140 euro". Anche qui però l'ingenuità - o meglio l'ignoranza - si è ritorta contro i ragazzi: il tutto è infatti avvenuto in nero e i ragazzi lo hanno documentato in modo inequivocabile, con tanto di immagine del ristorante e dei soldi ricevuti.

Le reazioni - Il Gruppo d'intervento giuridico (Grig) ha segnalato l'accaduto alla procura, al Corpo forestale della Regione Sardegna, alla Guardia costiera, al Comune di Alghero, all'Azienda speciale di gestione del parco naturale di Porto Conte e dell'area marina protetta "affinché vengano svolti gli opportuni accertamenti e applicate le sanzioni di legge e la procura della Repubblica di Sassari ha presentato un esposto sulla vicenda.

 

"La Sardegna non è terra e mare per beceri safari, chiunque se lo metta in testa una buona volta per tutte", ha commentato Stefano Deliperi, portavoce dell'associazione ecologista. "Ci vuole una punizione esemplare, così sarà di esempio per tutti", gli fa eco su Fb Christian Mulas, presidente della commissione Ambiente del comune di Alghero, ricordando come "la pesca sportiva nelle aree marine protette è vietata e sanzionata penalmente". 

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